In municipio c’è un tesoretto che riporta ai Longobardi
di FABIO TOMELLERI
I preziosi oggetti furono trovati nei campi della parrocchia di Isola Rizza
di FABIO TOMELLERI
«Isola Rizza ha ritrovato il suo tesoretto». Con queste parole ricche di soddisfazione Vittoria Calò, sindaco isolano, domenica 17 settembre ha accolto l’arrivo in municipio del cosiddetto tesoretto. Ossia la serie di reperti archeologici, risalenti all’epoca longobarda, ritrovati in alcuni terreni della parrocchia alla fine dell’Ottocento. Anche se i pezzi originali rimangono saldamente custoditi al Museo di Castelvecchio a Verona, la copia dei resti realizzata e collocata all’interno di una teca a fianco dell’ufficio del sindaco ha poco o nulla da invidiare ai beni acquistati dal Comune di Verona nel 1875 ed esposti prima a palazzo Pompei, quindi a Castelvecchio.
Per il paese di destra Adige si tratta di avere in loco una testimonianza del passato della comunità, che sia alla portata di ciascun cittadino e delle scolaresche. A rendere possibile la riproduzione del tesoretto è stata la passione del ricercatore Rinaldo Caccia, che ha seguito passo per passo l’intero lavoro. Dal punto di vista economico, invece, è stato fondamentale il contributo della Banca veronese Bcc, mentre gli artisti Alberto e Cristian Zucchetta di Verona sono i due maestri orafi che, con molta pazienza e abilità, sono riusciti a riprodurre copie fedeli dei reperti emersi dagli scavi di Isola Rizza. «Se quest’opera oggi è visibile al pubblico di Isola Rizza, e non solo – ha detto Caccia – è grazie anche al consenso alla riproduzione concesso da Francesca Rossi, direttrice del Museo di Castelvecchio. Per la copia dei reperti, inoltre, è stata preziosa e fattiva la collaborazione di Antonella Arzone, curatrice delle collezioni di Castelvecchio».
Il “piatto forte” del tesoretto “bis” del municipio di Isola Rizza è costituito per l’appunto da un piatto in argento, di epoca longobarda, ovvero risalente alla fine del V secolo dopo Cristo. Ha un diametro di 40 centimetri e sul fondo è ornato da un ciondolo finemente cesellato che rappresenta una scena di guerra. Tale immagine, secondo l’esperta Margherita Bolla, potrebbe riferirsi ad una vittoria dei Bizantini su un popolo barbaro, forse quello dei Goti. Tale deduzione deriva dall’osservazione dell’abbigliamento delle persone riprodotte sull’opera. In particolare emerge come i “nemici”, di cui uno a terra morto e l’altro riprodotto nell’atto di essere trafitto dalla lancia di un cavaliere, indossino indumenti di poco valore. Al contrario il cavaliere nell’immagine dovrebbe con tutte le probabilità essere un nobile, forse un principe bizantino. Dei reperti isolani fanno parte pure alcuni cucchiai d’argento, sicuramente provenienti da due servizi da mensa, così come ci sono delle fibule da ornamento femminile.
«L’insieme di oggetti del tesoretto – ha rimarcato Caccia – fu ritrovato nel 1872 da un contadino di nome Giuseppe Faccini, mentre stava arando un terreno di proprietà della parrocchia di Isola Rizza. I reperti si trovavano sotto una lastra di pietra appoggiata su due file di mattoni ed erano sparsi. Con ogni probabilità tale sito era anticamente, forse in epoca romana o atestina, una necropoli». Il tesoretto rimase in paese ben poco. Nel 1875, difatti, venne acquistato dal Comune di Verona ed entrò a far parte delle collezioni civiche, senza fare più ritorno nel luogo dove originariamente fu rinvenuto. «Il tesoretto – ha proseguito il ricercatore – all’epoca del ritrovamento consisteva in 13 oggetti d’oro o argento. Attualmente ne sono rimasti 11, in quanto una guarnizione d’oro venne fusa da un orefice per verificare la qualità di tale materiale prezioso, che risultò essere purissima. Un altro pezzo, ossia una fibbia da cintura, sembra sia stato smarrito in periodo bellico».
Per quanto riguarda gli artefici della riproduzione del tesoretto, lungo è il curriculum che contraddistingue Alberto Zucchetta, l’orafo veronese che assieme al figlio Cristian è riuscito a copiare esattamente i reperti di Isola Rizza dagli originali di Castelvecchio. Opere di Zucchetta figurano in Vaticano oltre che in tanti musei e collezioni private sia in Italia che all’estero. Una delle ultime opere dell’artista è la scultura commemorativa dedicata al pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca, commissionatagli dal Comune di Verona. Attualmente, invece, Zucchetta sta lavorando ad una scultura ordinata dalla cantina Tommasi della Valpolicella. L’opera d’arte raffigura una fase della vendemmia: è alta due metri e verrà collocata all’interno della medesima cantina.
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