Isola Rizza e S. Pietro di Morubio assieme in un "Borgo Veronese"
Si fondono i due Comuni valorizzando nel nuovo nome la frazione morubiana
Alla fine l’ha spuntata don Gino Gobbetti. L’ex parroco di Borgo, la più piccola delle due frazioni di San Pietro di Morubio (l’altra è Bonavicina), fino al momento del decesso avvenuto il 20 gennaio 2005 a 84 anni, si è infatti sempre battuto per salvaguardare l’identità della minuscola comunità, poco più di 350 abitanti, che lui ha guidato per più di 45 anni. Fu su sua richiesta, ad esempio, che una ventina di anni fa il Comune di San Pietro installò, agli ingressi del paesello, i cartelli stradali con l’indicazione di “Borgo”, per evitare che gli automobilisti da fuori zona confondessero la piccola località con la vicina frazione di Bonavicina, visto che tra i due centri non c’è soluzione di continuità e i campanili delle due parrocchie distano tra loro poche centinaia di metri.
Ebbene, a distanza di quasi 15 anni dalla scomparsa del sacerdote che tanto amò Borgo e la sua storia, il nome della località potrebbe addirittura finire sulla carta intestata di un Comune nuovo di zecca. Si chiamerà difatti “Borgo Veronese” il centro da 6mila abitanti che, secondo i promotori del progetto, dovrà nascere entro la fine dell’anno prossimo dall’accorpamento dei due Comuni di Isola Rizza e San Pietro di Morubio. Se il “fidanzamento” avviato tra i due municipi tramite l’elaborazione di uno studio di fattibilità per il nuovo ente locale, già spedito in Regione, si trasformerà in un vero e proprio “matrimonio”, lo decideranno tuttavia i cittadini delle due entità amministrative, poiché Venezia dovrà indire un referendum entro la fine del 2020, con il quale gli elettori di entrambi i paesi decideranno il destino del nuovo Comune.
Nel frattempo, i Consigli comunali di Isola e San Pietro hanno sancito, nero su bianco, il nuovo nome dell’ente locale, chiedendo in via preventiva il parere di alcuni abitanti, sia isolani che morubiani. Al sondaggio, effettuato nei mesi scorsi durante le serate pubbliche di presentazione del progetto, hanno risposto complessivamente più di 200 cittadini dei due territori. In via prioritaria sono stati proposti tre nomi tra cui effettuare la scelta: il primo (“Borgo Veronese) è ispirato proprio alla più piccola delle frazioni morubiane, in quanto il suo territorio, come parrocchia, si estende sia nel Comune di San Pietro che in quello di Isola Rizza, sconfinando anche a Cerea e Bovolone. Inoltre sono stati proposti “Canossa Veronese”, per via dell’omonimo fiume che bagna entrambi i paesi, e “Villa Veronese”, per richiamare le numerose ville storiche sparse tra i due paesi. I cittadini interpellati hanno optato per Borgo Veronese, che ha ottenuto oltre il 38 per cento delle preferenze. Mentre Villa Veronese si è fermato al 29,8 per cento. Canossa infine ha riscosso solo il 18,2 per cento dei voti. Nella corsa a cercare un nome per il nuovo Comune, visto che gli esperti sconsigliano di creare un toponimo dalla semplice unione dei due paesi che andranno a fondersi, pure i residenti dei due enti hanno suggerito denominazioni alternative. Tutte queste proposte, riunite nel restante 13,6 per cento delle schede scrutinate, dimostrano non solo l’interesse suscitato a livello locale dal nuovo municipio, ma anche l’attenzione dei cittadini stessi a non perdere, con la creazione del nuovo ente, l’identità storica e culturale delle singole località da accorpare.
Ecco, quindi, che tra le denominazioni indicate più frequentemente dagli abitanti vi sono “Isola Morubiana Veronese”, “Isola Veronese” ed “Isola di San Pietro e Paolo”. In quest’ultimo caso il richiamo è ai santi Pietro e Paolo apostoli, a cui sono intitolate sia la parrocchiale di Isola Rizza che quella di San Pietro di Morubio. La volontà di ricordare le radici dei due Comuni è dimostrata pure da altre due denominazioni scaturite dalle menti isolane e morubiane, come “Isola Porca Vicina” (un “mix” tra l’antico nome di “Isola Porcarizza” e quello di “Bonavicina”) e simili, tra cui “Borgo Rizzo” e “Bonarizza”. Al di là del nome che comparirà sulle mappe geografiche e sugli incartamenti comunali, la vera sfida sarà quella di convincere i residenti della bontà del progetto di fusione. Il quale, fino ad ora, ha incontrato più di qualche ostacolo, come del resto ne hanno riscontrato pure le altre proposte di accorpamento di enti locali avviate nel territorio negli ultimi anni. L’ultima fusione fallita risale ad appena un anno fa e doveva coinvolgere, secondo i proponenti, il Comune di Legnago e quello confinante di Angiari. Mentre l’amministrazione legnaghese era più che convinta di portare avanti il processo di accorpamento tra i due enti, l’amministrazione angiarese, dopo un iniziale condivisione, aveva deciso di ritirarsi dal progetto.
A ottobre del 2018 la Regione, avendo ricevuto il parere positivo del Consiglio comunale legnaghese ma quello negativo dell’assemblea civica di Angiari, decise di bloccare l’iter per la creazione del nuovo centro di “Legnago-Angiari”. Per quanto riguarda la fusione tra Isola Rizza e San Pietro di Morubio, essa ha già registrato, nei mesi scorsi, una defezione, ovvero quella della confinante Roverchiara, inizialmente coinvolta per un accorpamento a tre. Gli amministratori roverchiaresi, pur non dichiarandosi contrari alla fusione, per il momento hanno deciso di non partecipare all’iter per la creazione del nuovo ente. Così i due municipi restanti hanno deciso di proseguire da soli con il progetto, affidando a uno studio specializzato, il “Gruppo Maggioli” di Santarcangelo di Romagna la redazione dello studio di fattibilità della fusione, consegnato recentemente agli uffici regionali affinché venga avviata l’istruttoria per indire il referendum consultivo tra la popolazione dei due Comuni. I motivi che hanno spinto i due Comuni a fondersi sono molteplici, a cominciare dal declino demografico ed economico che entrambi i paesi stanno vivendo da vari anni. Sia Silvano Boninsegna, sindaco di Isola Rizza, che il collega di San Pietro di Morubio, Corrado Vincenzi, nelle varie riunioni di presentazione dell’iniziativa hanno assicurato che entrambi i loro paesi usciranno rafforzati con il nuovo ente. «Nessuno dei due municipi verrà chiuso – hanno assicurato i due sindaci – visto che creeremo degli sportelli polivalenti per portare i servizi vicino ai cittadini».
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