È un coro: cambiate il tracciato alla variante della Statale 12
di REDAZIONE
Rovinerebbe un tratto di pianura ancora integro e ricco di risorgive, dove passa la nuova ciclabile
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Una cinquantina tra aziende agricole e residenti di Buttapietra hanno presentato una petizione, indirizzata al sindaco Sara Moretto, per chiedere la modifica del tratto nel Comune di Buttapietra del progetto preliminare della variante alla Statale 12. Nel documento i firmatari sottolineano che il tratto interessa un’area della fascia delle risorgive, inserita nella rete ecologica provinciale quale “area di fragilità ambientale e di delicato equilibrio idrogeologico”, riconosciuta inoltre di rilevante importanza storico-culturale dal Comune. L’area è caratterizzata da una maglia poderale agricola sostanzialmente integra e pertanto di grande valore paesaggistico, che rischia di essere depauperata da un progetto che prevede un rilevante consumo di suolo molto produttivo.
«Non siamo assolutamente contrari alla realizzazione della variante alla Statale 12 in sé – sottolinea Francesca Marinelli, promotrice della petizione, titolare dell’azienda agricola Corte Zera e consigliere di Confagricoltura Verona –, ma vorremmo che fosse posta maggiore attenzione a un territorio di grande valore paesaggistico, ricco di storia, cultura e preservato da secoli. Non si tratta solo di interessi privati, in quanto in zona ci sono già stati espropri per la realizzazione dell’acquedotto, del metanodotto e della ferrovia, ma di preoccupazione per il possibile danno che l’alterazione del delicato equilibrio idrogeologico delle risorgive provocherebbe alla biodiversità ambientale e al territorio agricolo. Il nuovo tracciato attraverserebbe anche la nuova pista ciclopedonale delle Risorgive, fortemente voluta dalle amministrazioni comunali coinvolte per valorizzare il patrimonio paesaggistico ambientale delle acque di risorgiva. Chiediamo perciò di considerare una soluzione alternativa del tratto in progetto, che preservi i caratteri di pregio dell’area».
Due anni fa Pietro Zangheri, già presidente dell’Ordine veneto dei geologi, e Bruna Basso, presidente dell’Ordine degli agronomi forestali di Padova, avevano rimarcato in una relazione l’importanza del complesso di Corte Zera, ad oggi sotto la tutela dei Beni ambientali, edificata nel Seicento nei luoghi dove venne combattuta la battaglia tra Cimbri e Romani, formulando alcune ipotesi alternative e di minor impatto al tracciato.
Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona, ha avuto un primo approccio con le istituzioni per sensibilizzare sulla questione: «Ho parlato con Elisa De Berti, vicepresidente della Regione – riferisce –, che si è dimostrata molto sensibile e disponibile a trovare una soluzione in merito ai problemi che già le erano stati evidenziati e sottoposti precedentemente».
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