Dentro il “Progetto Sollievo” un aiuto nei casi di demenza
Attraverso le sinergie si offre sostegno ai malati e alle loro famiglie
Oltre al progetto “Domiciliarità 2.0”, da qualche anno sono presenti sul territorio provinciale anche i cosiddetti “centri sollievo”, dedicati ad anziani che presentano una demenza lieve/moderata e alle loro famiglie. Partito nel 2013 a livello regionale, il “Progetto Sollievo” è stato attivato per rispondere a quanto previsto dall’intesa della conferenza unificata del 19 aprile 2012 relativamente al proseguimento e consolidamento del sistema integrato di servizi socio-educativi a favore degli anziani e della famiglia, in particolare per quanto riguarda la componente sociale.
Lo scopo del progetto è quello di mettere in campo sinergie tra istituzioni ed associazioni, tra soggetti deputati all’assistenza e il mondo del volontariato. Si vuole favorire una strategia di lavoro in rete che permetta di meglio fronteggiare la criticità dovuta alla carenza di risorse, mantenendo l’obiettivo di garantire la continuità dell’assistenza a domicilio delle persone affette da demenza. I centri sollievo sono luoghi nei quali volontari preparati e formati accolgono, per qualche ora alla settimana, le persone con decadimento cognitivo in fase lieve, ovvero persone che non presentano significativi disturbi comportamentali e necessità assistenziali. In questi luoghi si svolgono attività specifiche, adeguate e mirate rispetto alle esigenze delle persone coinvolte e al loro livello di abilità residue, con la supervisione di professionisti esperti. «Sono spazi che hanno anche lo scopo di sostenere e non far sentire abbandonate a se stesse le famiglie degli assistiti – specifica la dott.ssa Michela Trentin, neuropsicologa attiva nel settore dei centri sollievo della zona Garda-Baldo –. Possiamo definire questi centri dei gruppi di auto-mutuo aiuto. Le stime Censis ci dicono infatti che una famiglia con un anziano a carico spende per la sua assistenza almeno 6 ore al giorno. Nei casi più gravi si è costretti a lasciare il lavoro per assistere un genitore anziano e siccome non ci sono farmaci per bloccare la demenza, la situazione si aggraverà progressivamente. Ecco perché servono luoghi di sostegno alle famiglie».
Nella zona del Garda-Baldo troviamo centri sollievo a Peschiera, presso la clinica Pederzoli, e a Bardolino, presso la sede della Croce Rossa, ma ce ne sono anche a Valeggio, Bussolengo e Villafranca. «Il centro sollievo di Bardolino è nato circa un anno fa – spiega Cinzia Benetton, presidente della Croce Rossa di Bardolino – presso la nostra sede. Due volte la settimana, coadiuvati da un’educatrice e una psicologa svolgiamo attività di stimolazione cognitiva, di lavoro manuale, attività psicomotorie e ricreative a favore di persone con demenza e con l’aiuto della psicologa svolgiamo attività di sostegno a favore dei familiari. Seguiamo circa una decina di persone, ma le richieste sono in aumento». «I centri sollievo di Peschiera e di Bardolino – conclude Trentin – sono partiti in punta di piedi, ma stanno andando benissimo. Solo Peschiera segue una quindicina di famiglie che hanno fatto gruppo tra di loro e che adesso si sentono davvero sostenute e aiutate».
Il progetto, oltre a dare al malato occasione di socializzazione e stimolo per le abilità residue, permette alle famiglie di usufruire di spazi temporali propri, alleggerendo, quindi, il carico assistenziale favorendo la disponibilità nel mantenere a domicilio il congiunto. Per tale motivo il “Progetto Sollievo” ha particolare rilevanza in quanto riduce e allontana l’istituzionalizzazione della persona offrendo alla famiglia anche un supporto emotivo in una logica di prevenzione, con conseguente contenimento dei costi destinati a divenire molto onerosi.
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