Vivere la Chiesa in casa
Si è tenuta domenica scorsa via WebEx la lectio divina tenuta dal biblista mons. Martino Signoretto sul tema "Chiesa in casa. Le prime comunità cristiane come luogo di annuncio e di formazione". L'iniziativa è stata promossa dalla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù.
«Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,15-20). Parole che in questo momento storico sembrano descrivere ciò che le famiglie cristiane vivono nella loro quotidianità, accogliendo la Chiesa nella propria dimora. Ma questa forma di spiritualità domestica, ora percepita in termini di novità, affonda le sue radici in tempi lontani. È su questo tema che mons. Martino Signoretto, vicario episcopale per la Cultura e docente di Antico Testamento presso lo Studio Teologico San Zeno e l’Istituto superiore di Scienze religiose San Pietro Martire, ha fatto luce attraverso una lectio divina promossa dalla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. “Chiesa in casa. Le prime comunità cristiane come luogo di annuncio e formazione” è il titolo dell’incontro formativo che mons. Signoretto ha trattato domenica 26 aprile in diretta streaming via Webex, coinvolgendo i fedeli in un excursus storico-teologico sul ruolo che la casa ha assunto sin dagli albori del cristianesimo. Fonti storiche e testi biblici, infatti, attestano in che modo i primi cristiani vivessero la propria abitazione come luogo di condivisione fraterna dove spezzare il pane e leggere le Sacre Scritture. Vivere la “Chiesa in casa”, dunque, significa creare un ambiente relazionale dove mettere in pratica la Parola di Dio e dare vita al grande patrimonio della socializzazione, il vero capitale della Chiesa. Casa, ha sottolineato pertanto don Martino, significa anniversari, compleanni, riti domestici e passaggi di vita accolti in un sistema di relazioni che fanno da substrato al Regno dei cieli, perché è sull’umano che si fonda il cristiano. La speranza, dunque, è che questo difficile momento si riveli un’importante occasione per creare nuove forme di ministerialità attraverso una salda rete di solidarietà civile, affinché nessuno si senta mai abbandonato.
(nella foto mons. Martino Signoretto)
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