Mons. Falchetto ha iniziato il suo ministero di rettore
di SERENA DEI
Il ricordo del cardinale Nicora che lo ordinò prete e di cui fu segretario
di SERENA DEI
“Nova aggrediuntur novi. Interim orandum assidue. Le cose nuove possono essere intraprese soltanto da uomini nuovi. Nel frattempo si deve molto pregare”. Con le parole dell’Arcivescovo di Milano, il beato Alfredo Ildefonso Schuster, pronunciate nel 1946, monsignor Cristiano Falchetto ha voluto iniziare il suo intervento nel giorno della celebrazione di inizio del suo ministero di rettore di Santa Maria Antica alle Arche Scaligere.
Sabato 25 novembre, alle 16, nella raccolta cornice della chiesa, gemellata con il santuario di Santa Rita da Cascia, il vescovo Domenico Pompili ha presieduto la solenne liturgia: «Questa comunità vive un momento di particolare gioia e solennità. Gesù per mezzo del Vescovo manda il nuovo rettore in mezzo a voi per servire come pastore buono per la salvezza di tutti».
Monsignor Falchetto, nato a Nogara 53 anni fa, è stato ordinato prete nel 1996 come appartenente alla parrocchia di Sanguinetto. Dopo tre anni come vicario parrocchiale al Beato Carlo Steeb, ha conseguito la licenza in Teologia pastorale, proseguendo poi gli studi a Roma. Dal 2003 al 2019 è stato officiale dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) e dal 2003 al 2017 ha ricoperto il ruolo di segretario del cardinale Attilio Nicora. Ha conseguito il dottorato in Teologia pastorale ed è cappellano di Sua Santità, da cui il titolo di monsignore. Dal 2019 fino all’ottobre scorso è stato provicario generale della Diocesi di Verona e dal 2020 al 2023 economo diocesano. È presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Pia Opera Ciccarelli.
Al termine della liturgia caratterizzata dal Vangelo di Matteo (25,31-46) sul giudizio finale e animata con i canti della Cappella musicale della Cattedrale, monsignor Falchetto ha ripreso quanto detto dal Vescovo che 27 anni fa lo ordinò prete, a proposito della nostra società «troppo spesso consumista, che suggestiona per addormentare, che gonfia il desiderio per riempirlo di cose, che comunica per non dire nulla, che propone successo al prezzo dell’alienazione, che coltiva il corpo per uccidere l’anima, perché non ha più il coraggio di stare davanti alla verità» come anelito per accompagnarlo nel «nuovo cammino che iniziamo insieme» e ha ringraziato «il Signore per il dono del sacerdozio, la mamma e il papà, i vescovi Zenti e Pompili, l’arcivescovo Rino Passigato, il prefetto Demetrio Martino con il migliore augurio del suo prezioso servizio e, se possibile, consideri di avere qui una sorta di avamposto su cui poter contare. Grazie ai fratelli sacerdoti qui presenti e a quelli uniti nella preghiera, a questa comunità, alle volontarie e ai volontari e al coro della Cattedrale».
Infine, una particolare riconoscenza all’équipe ortopedica dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar «qui rappresentato dal vicedirettore sanitario il dottor Davide Brunelli, alla grande famiglia della Pia Opera Ciccarelli, che mi ha accolto, e al fisioterapista, il dottor Nicola Perotto, che mi aiutato a rimettermi in piedi» in riferimento al suo infortunio risalente a tre mesi fa per il quale ha dovuto subire un delicato intervento chirurgico.
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