Don Valbusa: «Dio ci chiede di fidarci del bene che fa»
di BEATRICE CASTIONI
A Rosegaferro e Quaderni l'ingresso del nuovo pastore nelle due comunità
di BEATRICE CASTIONI
Fiducia è stata la parola chiave della Messa di ingresso di don Alessandro Valbusa, svoltasi sabato 15 ottobre presso la chiesa di San Girolamo Dottore a Rosegaferro. Fiducia che le comunità di Rosegaferro e Quaderni ripongono nel nuovo pastore che le guiderà, ma anche quella che don Valbusa chiede di avere nei confronti di Dio.
Classe 1986 e originario di Valeggio sul Mincio, don Alessandro ha accolto subito con disponibilità ed entusiasmo la richiesta del vescovo Giuseppe Zenti a trasferirsi, dopo cinque anni come curato nella parrocchia di Caselle di Sommacampagna, un anno a Borgonuovo e poi l’esperienza a Bure, dove era amministratore parrocchiale dal 2019.
Adesso è parroco di Quaderni e Rosegaferro ma anche dell’Unità pastorale di Villafranca, nella quale è moderatore don Daniele Cottini, presente all’ingresso come delegato del Vescovo: «Ho incontrato per la prima volta don Alessandro nel 2000 quando aveva solo 14 anni ed io ero vicerettore in seminario; mi ha sempre colpito il costante sostegno dei suoi genitori per il percorso che stava intraprendendo», commenta Cottini, che riferisce anche le parole che monsignor Zenti gli ha scritto prima che fosse incluso in questa nuova realtà molto più articolata della parrocchia precedente.
Due parrocchie vivaci che collaborano da sei anni guidate da un unico parroco, «un modo più ricco e più bello di essere Chiesa». Una nuova linfa dunque per le due comunità di Rosegaferro e Quaderni, che sono invitate da don Valbusa a non staccare mai il proprio cuore da quello di Dio, in un’ottica di accoglienza e scelta di prendersi del tempo per entrare in contatto con la spiritualità cristiana, nonostante le vite frenetiche e gli impegni quotidiani. «Dio ci chiede di fidarci del bene che fa, e noi ne abbiamo estremo bisogno», ha commentato Valbusa. Ad omaggiare il nuovo prete anche la telefonata del vescovo Domenico Pompili e del cardinale Mario Zenari direttamente dalla Siria; erano presenti alla concelebrazione i rappresentanti del circolo Noi, gli alpini e l’Amministrazione comunale, oltre ai numerosi fedeli che hanno regalato al nuovo parroco un’icona della Madonna della Tenerezza e un cesto di frutta, che esprime le origini agricole del territorio.
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