Don Daniele Soardo andrà in missione a Cuba
di BEATRICE CASTIONI
Il saluto alla comunità di Povegliano Veronese al sacerdote che partirà alla volta di Pinar del Rìo
di BEATRICE CASTIONI
«Se tu non vivi per servire, non servi per vivere. Una volta ho sentito questa frase, e credo fortemente che dovremo usare il potere che abbiamo, tanto o poco che sia, per la vita della gente e non per sfruttarla e opprimerla». Con queste parole don Daniele Soardo, parroco uscente di Povegliano Veronese, ha voluto salutare la chiesa gremita di fedeli, durante la Messa di saluto domenica 17 ottobre.
Soardo infatti dal prossimo anno opererà come fidei donum presso la Diocesi di Pinar del Rìo, a Cuba, e ha voluto raccontare ai presenti le sue aspettative, speranze e paure: «La prima volta che sono andato in missione in Brasile avevo poco più di 30 anni, adesso ne ho 55. Si sa che l’età rende più difficile il cambiamento, oltre al fatto che non conosco la lingua madre, lo spagnolo. Tuttavia il Signore chiede di rimettermi in gioco. Spero di poter diventare uno strumento di fraternità tra Chiese, popoli e culture diversi. Nella località in cui andrò sono presenti solo 26 parrocchie, e soltanto 8 preti che provengono da paesi stranieri come me», prosegue Soardo.
Il parroco racconta poi dei due anelli che porta, che lo seguiranno anche in questo nuovo cammino: quello d’oro simboleggia il legame con Gesù, l’amore e la fedeltà. Il tucum invece, realizzato in Brasile da una noce di cocco, rappresenta le fatiche a cui bisogna essere sempre pronti, i limiti dell’uomo e le debolezze. La comunità ha voluto lasciare a don Soardo una serie di doni, tra i quali una valigetta dalla scuola dell’infanzia di Povegliano, simbolo del viaggio e augurio di fede, e la rappresentazione di una quercia da parte del gruppo animatori, radicata al suolo come la fede cristiana. «Mi piacerebbe essere ricordato per la gioia di vivere e per il bene che ho fatto».
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