Con lo sguardo di Gesù nei confronti del gregge
di FRANCESCA SAGLIMBENI
L’ordinazione presbiterale di don Matteo Franzoi della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri
di FRANCESCA SAGLIMBENI
«Non sarai né un frustrato che aggredisce, né un irrisolto che lascia andare». Così fa il buon Pastore con il suo gregge. Un’esortazione, quella rivolta da mons. Domenico Pompili al nuovo presbitero don Matteo Franzoi, della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, nel corso della Messa di ordinazione svoltasi sabato scorso nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria - Tempio Votivo. Una celebrazione molto partecipata, presieduta dal vescovo Domenico affiancato dal parroco del Tempio Votivo don Michele Nicolis, che è anche preposito della Congregazione veronese e procuratore generale della Confederazione delle Congregazioni dell’Oratorio, e da una folta rappresentanza sia di sacerdoti diocesani che dei Filippini scaligeri, ma non solo.
Partendo da un epitaffio presente nelle catacombe dei primi cristiani, ove si era fermato a pregare san Filippo Neri, e più nello specifico dal passo che recita “Egli ha grandi occhi che guardano dall’alto, dovunque”, Pompili ha invitato l’intera assemblea a riflettere su una generazione che oggi si ritrova orfana proprio di quello sguardo. «Ci siamo sottratti troppo frettolosamente allo sguardo di Dio – ha detto il Vescovo – per ritrovarci quasi senza accorgercene sotto l’occhio del grande fratello, che ci geolocalizza, ci segue, ma non ci toglie dalla solitudine esistenziale. Solo la fede ci sottrae, infatti, a questa percezione».
Ora, questo sguardo, «sei chiamato ad averlo tu, caro Matteo, nei confronti del tuo gregge, che guiderai con “combattiva tenerezza”, come direbbe papa Francesco. Sulle orme di san Filippo Neri, che ha unito in sé entrambe le qualità. Pertanto non sarai né un frustrato che aggredisce, né un irrisolto che lascia andare. Come “Pippo” sarai intraprendente, ma sempre sul filo dell’ironia. E l’Oratorio sarà per te non un mero spazio, ma un itinerario che chiama in causa tutte le dimensioni e i linguaggi dell’umano, comprese musica e arte, a te affatto sconosciute. Lasciati dunque ispirare dall’Oratorio. Perché i grandi occhi di Gesù possano, anche attraverso di te, continuare a guardare dall’alto, dovunque». Profondamente toccato dalle parole del Vescovo, il neosacerdote originario di Lizzana (Trento), classe 1990, ha ringraziato tutti i preti e diaconi presenti, molti provenienti da Ivrea, Torino, Trento, Carpi, Chioggia, Roma, Rovereto, da dove arrivava anche il coro liturgico “Beato A. Rosmini”, anima musicale dell’intera celebrazione. «Altre parole di ringraziamento vanno alla liturgia stessa – ha detto Franzoi – che spesso e continuamente ci invita a fare memoria del perché siamo grati a Dio. Il buon Dio mi ha attorniato di una seconda casa e famiglia, di questi confratelli che hanno preparato tutto per questo giorno, non dandomi pensiero di nulla, se non quello di dedicarmi totalmente alla preghiera. Certamente onorerò l’invito del Vescovo di rimanere fedele al nostro “Pippo buono” agendo con quella sana ironia e un pizzico di pazzia da lui ereditata».
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