La tradizionale rassegna di presepi al palazzo della Gran Guardia
di FRANCESCA SAGLIMBENI
“Presepi dal mondo a Verona” resterà aperta e visitabile fino al 23 gennaio 2022, con orario continuato dalle 9 alle 20
di FRANCESCA SAGLIMBENI
Più contenuta nel numero di pezzi, ma per certi versi più suggestiva che mai, la 37ª edizione della rassegna internazionale “Presepi dal mondo a Verona”, allestita al Palazzo della Gran Guardia fino al 23 gennaio 2022 (orario continuato dalle 9 alle 20), catapulta il visitatore in una dimensione sospesa fra l’immortale tradizione presepistica e l’irrinunciabile tensione innovativa che ogni forma d’arte ha in sé insita.
Ecco allora una classica rappresentazione dell’artigianato campano, come “La luce nel Borgo” (incantevole e minuziosa composizione immersa in un notturno di pace) o come “Quartieri spagnoli” (spaccato della città del Vesuvio affollata da tanti Pulcinella, maschera tipica del folklore partenopeo), alternarsi a una curiosa natività custodita nello scomparto di un mobile.
Un complemento d’arredo antico che diventa, appunto, presepio, quasi a significare che Gesù nasce ovunque, e non solo in senso geografico. Nella fatica quotidiana, ad esempio, nelle occupazioni di ognuno di noi, in ciascuna dimora pronta a spalancargli le porte. Un’opera con marchio di fabbrica, questa volta veneto, precisamente di Roberto Faccini da Cerea, località celebre proprio per il distretto del mobile, e quindi una lunga tradizione artigiana.
Oltre a narrazioni “complete”, il percorso offre poi una serie di dettagli scenografici, sui quali, presi dall’insieme dell’immagine, a volte non ci si sofferma abbastanza per comprendere con quale maestria, cura e passione i presepisti arrivino a modellare certi capolavori: canestri di frutta e verdura che paiono veri, personaggi della vita contadina dall’espressione realistica, utensili di antichi mestieri e oggetti della vita agreste.
Arte in cui, ancora una volta, si rivelano gran maestri i campani, come l’autrice delle miniature in cera che riproducono un’anziana fruttivendola circondata dal tripudio di colori dei frutti della terra, ma anche un nucleo di artisti di Latina, che propone un saporito banco di pasta fresca tirata a mano. A mani altrettanto talentuose appartengono l’imponente allestimento siciliano che ambienta la Natività nella scena del Vangelo secondo Matteo 4,18-22 (“Vi farò pescatori di uomini”), quasi ad auspicare, per questo Natale 2021, una pesca abbondante, che torni ad attingere dalla vera Fonte di tutto, e l’omaggio alla nostra Cometa della Bra, proveniente dalla Calabria.
Una spettacolare stella – in tutto e per tutto uguale all’archiscultura ideata da Alfredo Troisi e progettata da Rinaldo Olivieri che spunta dall’Arena – proiettata sulla città scaligera e altri riconoscibili simboli della tradizione artistica e dolciaria veronese. Dalle Marche, invece, arriva per la prima volta un presepe di Madonnari, che disegnando la Santa Famiglia sull’asfalto, con gli immancabili gessetti colorati, sembrano voler consegnare la propria preghiera all’arte sacra di strada.
Caratteristiche, infine, sia l’opera del Paraguay in terracotta dipinta a mano che la natività in resina ambientata in una chiesa anglicana d’America.
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