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Città e trasporto pubblico a confronto per migliorare

Atv: dateci corsie preferenziali. Il Comune: più mezzi elettrici

Parole chiave: Trasporto pubblico (1), Traforo (1), Opere pubbliche (7), Atv (4), Comune di Verona (19), Filobus (4), Viabilità (5), Traffico (8), Inquinamento (8)
Città e trasporto pubblico a confronto per migliorare

Atv, sostenibilità aziendale e viabilità cittadina. Un trinomio che non può che andare a braccetto. Nei decenni passati a discutere di filovie, trafori, traforini e massimi sistemi, la mobilità del capoluogo non è cresciuta di pari passo con le attività economiche (commerciali soprattutto) e ci si ritrova con una rete viaria saturata di veicoli nelle ore di punta e con mezza città che finisce puntualmente in tilt a ogni manifestazione fieristica di rilievo.

Atv, come attore principale del trasporto pubblico scaligero, cerca di far fronte a quella che è una delle maggiori criticità di Verona, ma si scontra con i limiti strutturali delle infrastrutture viabilistiche: il passaggio a nord del centro storico, gli accessi da sud e da est spesso sommersi dal traffico, che riducono la velocità commerciale e l’efficienza. È quanto emerso anche durante la presentazione pubblica del percorso di sostenibilità aziendale avvenuta lo scorso venerdì al Museo di Storia Naturale. Alla presenza dei maggiori portatori di interesse del comprensorio scaligero – politici, sindacati, associazioni di categoria, mondo scolastico – i vertici dell’azienda hanno illustrato le iniziative intraprese per migliorare l’impatto della propria attività sul contesto ambientale e sociale del territorio veronese.

Nonostante le osservazioni, le proposte e le richieste avanzate, le rappresentanze presenti sono apparse sufficientemente contente del servizio di trasporto della società di Lungadige Galtarossa. Lo stesso Comune di Verona, interlocutore primario di Atv, ha espresso soddisfazione: «Con Atv siamo già abbastanza allineati – ha confermato Ilaria Segala, assessore all’Ambiente –, condividiamo il processo di sensibilizzazione dei cittadini all’utilizzo del mezzo pubblico. Come Comune, speriamo nel rinnovamento completo del parco mezzi. Già si sono mossi su questo fronte e hanno ammodernato la flotta con i bus a gas naturale; auspichiamo un nuovo passo in avanti con l’introduzione dei mezzi elettrici, che sappiamo essere tra i desiderata anche dei vertici dell’azienda».

Nel 2018, infatti, Atv ha abbassato l’età media del parco urbano di quattro anni; oltre il 95% delle percorrenze urbane sono effettuate con bus a metano. Ulteriori richieste avanzate da palazzo Barbieri, invece, sono a vantaggio delle persone diversamente abili: «Chiediamo ulteriori interventi e investimenti per l’eliminazione delle barriere architettoniche, come l’assistenza vocale ai viaggiatori non vedenti».

D’altro canto, il presidente Massimo Bettarello e il direttore generale Stefano Zaninelli non hanno perso l’occasione per ribadire le proprie necessità; su tutte, spalmare gli orari di entrata e uscita delle scuole e ottenere corsie preferenziali in città. «I trasporti scolastici rappresentano il core business per l’azienda – spiega Zaninelli –, ma le ore di punta sono per noi le più problematiche, con l’intera flotta operativa, i bus sovraffollati e rallentati dal traffico. Non possiamo intervenire in un’ottica di intensificazione del servizio, ma di distribuzione dei passeggeri. Occorre collaborazione da parte degli istituti scolastici». Osservazione legittima, anche se spostare le ore di scuola in funzione della disponibilità dei mezzi pubblici ha più l’aria di una resa che di una reale soluzione: è la dichiarazione di fallimento della viabilità cittadina.

Discorso differente invece per le corsie preferenziali, probabilmente la soluzione più concreta nel breve-medio termine e dal risultato immediato perché, secondo il presidente Bettarello, «garantirebbe maggiori velocità di percorrenza delle tratte, quindi minori costi, più efficienza e, nel complesso, una crescita di competitività rispetto al mezzo privato». Ma a spegnere ogni speranza è l’assessore Segala: «La pianificazione delle corsie è un passaggio che dobbiamo fare ora con il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile, ndr), ma è molto difficile che siano realizzate prima del filobus». 

Bollati invece come inutili i parcheggi scambiatori, almeno nel capoluogo, dal momento che quelli esistenti sono sottoutilizzati. «Problemi consistenti di traffico li riscontriamo anche in periferia – aggiunge Bettarello –, non più solo a Verona. A questo punto però occorrerebbe rivedere la politica di trasporto assieme alla Regione e agli altri Comuni. Lo sviluppo dell’intermodalità potrebbe cambiare le abitudini dei veronesi, anche perché le direttrici più intasate hanno tutte una linea ferroviaria che corre in parallelo».

L’integrazione con i treni locali, con servizi adeguatamente potenziati, potrebbe garantire secondo il presidente di Atv un importante sgravio delle nostre strade. Recuperando alcune fermate intermedie si potrebbe velocizzare l’accesso al centro città da sud con le tratte Verona-Rovigo, Verona-Mantova e Verona-Bologna e da est con la tratta Venezia-Milano. Quanto sia realmente percorribile questa ipotesi, è ancora tutto da valutare.

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