Chiesa
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Una pastorale a 360° per una parrocchia a misura di credente

di Francesco Marini

A Sommacampagna l’attività di don Alessandro Martini

Parole chiave: Uniti nel dono (10), Don Alessandro Martini (1), Sommacampagna (6)
Una pastorale a 360° per una parrocchia a misura di credente

di Francesco Marini

“La comunione ecclesiale, pur avendo sempre una dimensione universale, trova la sua espressione più immediata e visibile nella parrocchia: essa è l’ultima localizzazione della Chiesa, è in un certo senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie”. Così, nel lontano 1988, san Giovanni Paolo II parlava della parrocchia nella sua esortazione apostolica post-sinodale Christifideles laici.
Forse una definizione di parrocchia tra le più riuscite, perché parla di una Chiesa viva, che vive la vita degli uomini. Una Chiesa che tra le case degli uomini non trova solo la sua localizzazione, ma, almeno in parte, la sua stessa identità.
Cosa significa concretamente tutto questo? Ecco che l’incontro con don Alessandro Martini, prete dal 2005, parroco di Sommacampagna dal 2018 e dal 2021 anche di Custoza, è stata l’occasione per approfondirlo un po’.
«Sono cambiate tante cose negli anni, e forse anche nei secoli, ma per le parrocchie una dimensione è rimasta costante: l’accompagnamento delle persone all’incontro con il Signore, in particolare attraverso i Sacramenti».
Se, come il Concilio Vaticano II ha ribadito, la liturgia è la fonte e il culmine della vita del cristiano, a questo traguardo devono tendere i percorsi di catechesi e le diverse attività di formazione, perché questo diventi, poi, punto di partenza per vivere l’annuncio e la carità.
Ecco che le comunità parrocchiali, attraverso gli incontri di preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, aiutano a far crescere bambini e pre-adolescenti nella consapevolezza del grande dono di Grazia che viene fatto loro da Dio attraverso la riconciliazione, la prima santa Comunione e la Cresima: «La preparazione ai sacramenti negli ultimi anni è rimasta sostanzialmente invariata nel suo annuncio centrale, ossia l’incontro con la misericordia del Padre e l’accoglienza di Cristo Pane di vita, amico, fratello, compagno di viaggio. È cambiato, però, l’approccio con il quale i ragazzi vivono questi appuntamenti: pur mantenendo cammini separati per fasce d’età, tuttavia stiamo vivendo gli incontri in maniera esperienziale, sciolti dalla frequenza settimanale, utilizzando la preghiera, il canto, il gioco e riflessioni costruite attorno a piccoli stand. Questi stand servono a far passare il messaggio centrale di ogni incontro attraverso pillole sapienziali: con la consapevolezza che l’attenzione dei ragazzi è sempre più bassa, cerchiamo di dare stimoli veloci (ma non superficiali!) che poi convergono sulla Parola di Dio. Ogni incontro, infatti, termina con il Vangelo in mano, così da mettere i ragazzi nella condizione di confrontarsi direttamente con la Sacra Scrittura».
Per gli adolescenti, poi, continua il percorso di crescita attraverso i gruppi, il lunedì sera: «Qui l’opera di evangelizzazione si gioca soprattutto sulla relazione personale, sulla testimonianza di giovani animatori che li affiancano, su proposte che vanno dal lavoro di gruppo a occasioni di vita fraterna prolungata, scandita da preghiera, ascolto reciproco e da un confronto formativo su alcuni aspetti della vita cristiana».
Non mancano, infine, il corso di preparazione al matrimonio cristiano e, per i neo-genitori, la formazione in preparazione al Battesimo dei più piccoli: «Qui, solitamente, si tratta di cammini che puntano alla riscoperta della fede, nel riavvicinarsi all’esperienza comunitaria a partire da domande ben specifiche quali il dono della fede da trasmettere ai piccoli o nel capire cosa abbia a che fare Dio con la vita di coppia. Mentre per il Battesimo incontro personalmente ogni famiglia, per il percorso dei fidanzati e delle giovani coppie mi affianco a cinque coppie di animatori che diventano espressione della parrocchia e testimonianza viva dell’amore consacrato da Dio».
A Sommacampagna e Custoza, naturalmente, non mancano realtà che si danno da fare per mantenere viva la dimensione caritativa e quella missionaria. C’è infatti un gruppo Caritas che, in sinergia con i Servizi sociali del Comune, assiste le persone in difficoltà economiche. L’Associazione missionaria e i sacerdoti africani, che trovano ospitalità in canonica per periodi più o meno lunghi, sono d’aiuto a tutti i parrocchiani nel mantenere viva la consapevolezza che la Chiesa supera i confini della parrocchia, della diocesi e del nostro continente.
Molti altri gruppi e attività offrono proposte di vario tipo: i circoli Noi, l’associazione Lanternamagica con il cinema Virtus, i cori parrocchiali, il gruppo dei campanari, associazioni presenti sul territorio che collaborano fra loro e con la parrocchia. Tutto questo diventa espressione delle comunità che diffondono la gioia del Vangelo anche oltre gli spazi istituzionali.
Così, conclude don Martini, «si possono considerare programmatiche le parole scritte da papa Francesco nel 2013 nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium al n. 28: “Questo suppone che realmente [la parrocchia, ndr] stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi. La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione”».

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