Suor Pura, una vita all’insegna di accoglienza, ascolto e aiuto
di ALBERTO MARGONI
Aperto il processo diocesano per la beatificazione della Piccola Suora della Sacra Famiglia
Una religiosa che visse la propria vita all’insegna di tre verbi: accogliere, ascoltare e aiutare. Queste sono state le caratteristiche della missione di suor Pura Pagani (Campofontana 1914 – San Zeno di Mozzecane 2001), Piccola Suora della Sacra Famiglia, delineate da padre Vittorio Bellè in occasione dell’apertura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, sulle virtù eroiche, sulla fama di santità e di segni della Serva di Dio, svoltasi nel pomeriggio del 18 marzo nel salone dei vescovi dell’episcopio scaligero. Dopo la recita dei primi vespri della solennità di San Giuseppe, si è svolta la prima sessione del processo diocesano. Hanno prestato il giuramento mons. Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona; mons. Tiziano Bonomi, delegato episcopale; don Paolo Silvestrini, promotore di giustizia; Elisabetta Bonato, notaio; padre Vittorio Bellè, dell’Ordine dei frati minori, postulatore della causa, il quale ha presentato l’elenco dei testimoni, riservandosi la facoltà di produrne altri. Quindi è stata fissata la sede delle prossime sessioni, che si svolgeranno nella sala capitolare del Capitolo canonicale della Cattedrale. Dopo la lettura del verbale da parte di mons. Massimo Boarotto, cancelliere vescovile, è stato letto il decreto vescovile di nomina della commissione storica formata da padre Marco Zenere, dell’Ordine dei frati minori (presidente); suor Giuliana Simoni, delle Piccole Suore della Sacra Famiglia; prof. Alessandro Volpi. Essi avranno il compito di “ricercare e raccogliere tutti gli scritti della e sulla Serva di Dio, come pure tutti e singoli i documenti storici sia manoscritti che stampati riguardanti in qualsiasi modo la causa. Sarà altresì loro compito redigere un’unica diligente e dettagliata relazione. Sarà cura della commissione esprimere un giudizio circa la personalità e la spiritualità della Serva di Dio quali si deducono dagli scritti e documenti, non omettendo di evidenziare eventuali aspetti negativi. La commissione storica unirà alla propria relazione anche un accurato elenco di tutti i documenti e pubblicazioni raccolte, assieme all’elenco di tutti gli archivi consultati”.
Padre Vittorio Bellè ha evidenziato come suor Pura «abbia dovuto percorrere quel faticoso processo di conversione che ogni discepolo di Cristo è chiamato a compiere. […] Sono stati quattro anni (tra il 1956 e il 1960 la religiosa fu esclaustrata, ndr) nei quali suor Pura si è lasciata forgiare dalla grazia del Signore, passando dalla ribellione alla piena disponibilità all’obbedienza; dall’avvallare con caparbietà i propri diritti alla consegna totale della volontà dei superiori; dalla proposta, suggerita da molti, di entrare in un altro istituto alla ferma decisione di rimanere Piccola Suora della Sacra Famiglia». L’accoglienza ha caratterizzato il suo stile di vita. L’ha praticata nei confronti delle consorelle, dei bambini delle scuole materne di Monte Romano (Viterbo), Cavazzale (Vicenza) e San Zeno in Mozzo dove ha insegnato, come pure nei confronti di «tante, tantissime persone che si rivolgevano a lei per aprire il loro cuore, per trovare in lei conforto nelle difficoltà, per ricevere aiuto e sostegno». La religiosa veronese aveva una grande capacità di ascolto. Per lei «ascoltare era un entrare in piena sintonia con la persona che le stava di fronte», significava «farsi carico dei problemi, delle difficoltà, delle sofferenze, del disagio dell’altro». Accoglienza e ascolto sfociavano nell’aiuto «spirituale e morale con consigli, suggerimenti, correzioni, talvolta anche rimproveri senza mai umiliare le persone. Suor Pura, però, offriva anche l’aiuto materiale. Con le tante offerte che riceveva ha aiutato le missioni del suo Istituto in America Latina e in Togo, la diocesi di Verona e tante persone in difficoltà economica. Quanti disoccupati sono stati aiutati da lei a trovare lavoro!». Un aiuto «concreto e disinteressato, offerto senza far rumore, nel silenzio e nel nascondimento».
Madre Simona Pigozzi, superiora generale delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, rivolgendo il saluto e il ringraziamento personale e di tutto l’Istituto, ha evidenziato che quest’anno (il 2 luglio, ndr) ricorrono i vent’anni della morte di suor Pura. «Io non l’ho conosciuta personalmente – ha affermato – ma il ricordo costante di tante persone mi rende certa che la sua vita terrena è stata una risposta d’amore a Dio che l’aveva attirata a sé e l’aveva chiamata a portare a compimento la vocazione battesimale nella via della consacrazione religiosa tra le Piccole Suore della Sacra Famiglia». Suor Pura «è stata prima di tutto una cristiana, una donna consacrata, insegnante di scuola dell’infanzia; donna semplice e illuminata che ha incarnato in modo particolare la “piccolezza” evangelica, atteggiamento interiore che l’ha resa persona umile, dimentica di sé, “tutta a tutti”; ma se in tanti la ricordano è perché ha saputo credere all’amore di Dio e orientare costantemente lo sguardo a Lui, Padre di misericordia, e in questo è diventata credibile testimone per le tantissime persone che a lei si rivolgevano per chiedere consiglio, aiuto, incoraggiamento». Madre Pigozzi ha ringraziato tutti coloro che nel corso degli anni si sono prodigati per mantenere viva la memoria della Serva di Dio, in particolare l’associazione “Amici di suor Pura”, e quanti contribuiranno a reperire testimonianze e documenti necessari per il processo.
Infine il vescovo Giuseppe Zenti ha sottolineato che «anche suor Pura fa parte di quell’alveo grandissimo, fecondo di santità concreta segnata dalla fede e da una fede pratica, cioè dalla carità, di tutti i nostri santi, dal secolo XIX fino all’attuale. Siamo fortunati perché vuol dire che c’è stata una seminagione di fede autentica nelle nostre parrocchie, nelle nostre famiglie, nella Chiesa guidata anche da santi pastori. E quindi non ci resta che ringraziare il Signore».
La sessione inaugurale del processo diocesano si è conclusa con la preghiera preparata per questa circostanza e con la benedizione del Vescovo.
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