Pasqua: il dolore di quest’Uomo, la speranza dell’umanità
di DON ANTONIO SCATTOLINI
Riflessioni suscitate dalla scultura di Giovanni Massagrande, artista bovolonese scomparso pochi anni fa
di DON ANTONIO SCATTOLINI
Chi guarda quest'uomo appeso rimane immediatamente impressionato dalla crudezza di questa rappresentazione. La scultura di Giovanni Massagrande, artista bovolonese scomparso da pochi anni, propone un’iconografia che riprende una tradizione antica: come non ricordare la Crocifissione/ Deposizione dell’Antelami (1178) del Duomo di Parma? Oppure, per salire nei secoli, come
non trovare un richiamo della Deposizione di Antonio Begarelli, realizzata per la Chiesa di san Francesco a Modena (1531)? O quella della Cattedrale di Anversa dipinta da Rubens (1614)? Sono tutte immagini che ci commuovono per la loro drammaticità, la loro crudezza.
Riportiamo qui uno stralcio della riflessione pubblicata a pagina 8 del numero di Verona fedele del 17 aprile 2022:
Soffrire e piangere è necessario se vogliamo che nasca in noi la speranza. Nulla cambia se non soffriamo, nulla, se anziché lottare, preferiamo anestetizzarci. La conversione del cuore, dei comportamenti, degli stili di vita nasce solo da un dolore riconosciuto e accettato, non da un dolore negato, anestetizzato, addomesticato. Lo spazio della speranza è quello che il dolore e il lutto creano. Altrimenti non c’è speranza, ma spensieratezza. Non c’è desiderio di un meglio davanti a noi, ma solo compiacimento per il nostro tranquillo presente. “Ecco ora il tempo favorevole, ecco ora il tempo della salvezza”: sì, questo è il tempo. Il tempo del dolore per una guerra assurda, terribile, pericolosa. Il tempo favorevole non è un tempo dove tutto va a gonfie vele: è il tempo in cui possiamo nutrire la speranza, coltivare un desiderio. Ma noi, abbiamo ancora un desiderio?”.
Lo sguardo giusto da rivolgere a questo Crocifisso è dunque quello che, senza nulla togliere al dolore, cambia la prospettiva per cogliervi la bellezza dell’amore fino alla fine, l’amore del comandamento nuovo: «Come io ho amato voi». Questo dunque non è soltanto un modello cui ispirarsi, ma rivela quale è la fonte del nostro amore, quella che celebriamo nella Pasqua... e ogni settimana nell’Eucaristia della domenica.
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