“Ci inseriremo nei progetti della missione”
di CHIARA CAMPARA e CARLO ALBERTO MANZATA
Sposi novelli, andranno per un anno a Namahaca
di CHIARA CAMPARA e CARLO ALBERTO MANZATA
Siamo Carlo Alberto e Chiara, siamo una coppia, ci siamo sposati poco più di un mese fa, siamo tutti e due insegnanti. Io, Chiara, sono originaria di Cerro e ora abitiamo proprio in questo paese della Lessinia. A settembre partiremo per una esperienza di un anno di volontariato in Mozambico, nella diocesi di Nacala, nella missione di Namahaca, nel Nord del Paese. Ci sono più ragioni che ci hanno spinto verso questa scelta: la prima è che siamo attratti da sempre dallo scoprire mondi nuovi, nuove situazioni. Abbiamo iniziato a pensare che il nostro viaggiare poteva prendere una certa direzione quando a Calcutta siamo andati nella casa di madre Teresa.
Al Centro missionario diocesano abbiamo incontrato tante persone splendide che ci hanno accolto, ci hanno raccontato i loro vissuti di missione e ci siamo detti: perché no? Perché non possiamo fare anche noi un’esperienza come questa? Ci rendiamo conto che rappresenta per noi un’occasione grande per dare priorità alle cose della nostra vita. Partiremo il 17 settembre e prima andremo in Portogallo per affinare la lingua.
Cosa faremo a Namahaca? Il tempo che ci fermeremo (un anno) non ci consente di fare progetti di lunga durata: ci inseriremo nei progetti della missione, nel convitto, nel centro nutrizionale. Cercheremo di spendere la nostra professionalità di educatori sia con le ragazze del Centro che nei corsi di formazione per genitori. Vedremo se sarà possibile attivare un corso di alfabetizzazione per adulti, ovvero formare i formatori nei vari villaggi. Lo stile con il quale ci stiamo formando è quello di entrare in punta di piedi nella realtà nella quale andremo a vivere, che in piccola parte conosciamo già perché vi abbiamo passato qualche settimana l’anno scorso. Partiamo sereni, senza troppe aspettative, vivendo l’esperienza come si presenterà, in un contesto che non si può nemmeno paragonare alla nostra vita qui. Ci sono meno distrazioni, e questo pensiamo possa esserci utile per le risposte a delle domande: andiamo a scavare, a vivere, a cercare di trovare le cose preziose dentro di noi. Come segno nella veglia abbiamo voluto portare un pacco di polenta: in Mozambico è il piatto base, e questo per noi vuol dire che partiremo dal basso, dalla quotidianità, dalle cose di tutti i giorni, per condividerle.
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