«Tendete il braccio per avvicinarvi al prossimo»
di MARTA BICEGO
Don Paolo Raguzzi, donatore di sangue e prete che assiste spiritualmente i malati in ospedale
di MARTA BICEGO
«Essere donatore di sangue è il minimo che ognuno di noi è chiamato a fare». Cosa significa mettersi a disposizione del prossimo, lo sa bene don Paolo Raguzzi. Frequenta le corsie dell’ospedale di Borgo Roma ed è accanto ai ricoverati per accompagnarli nel percorso della malattia, con la preghiera o una parola di conforto. Inoltre declina il servizio di pastorale della salute anche presso il centro trasfusionale: da religioso che periodicamente incontra i donatori, sostenendoli nella loro altruistica scelta, scambiando qualche battuta da una poltrona all’altra per alleggerire le attese, talvolta pregando assieme. E come volontario che, due volte all’anno, tende il braccio nelle fila di Fidas Verona. «Ho provato a donare il sangue tanto tempo fa – racconta –, ma a seguito di leggeri malesseri ho lasciato perdere. Ho ripreso tredici anni fa, quando ho iniziato il mio servizio in ospedale. In quell’occasione ho voluto riprovare, dopo aver ricevuto consigli pratici su come affrontare la donazione, per esempio bevendo molta acqua il giorno precedente. Sono stati suggerimenti tanto utili che, da allora... non ho più smesso. E ne sono felice».
Quel che apprezza il prete-donatore di questa forma di volontariato è il clima di serenità che si respira, i momenti belli trascorsi in compagnia, il poter incontrare e confrontarsi con diverse persone. È un segnale di speranza, evidenzia, «vedere tanti giovani che, una volta maggiorenni, si avvicinano a questa esperienza e la portano avanti con motivazione». Perché chi ha il dono della salute deve sentire dentro di sé uno slancio ad aiutare chi è meno fortunato. «Donare sangue è un gesto che costa poco in termini di tempo, ma che vale tantissimo, visto l’estremo bisogno che c’è», fa notare. Senza trascurare altri benefici, come la possibilità di avere sempre le analisi sotto controllo. «Ci si sente bene a livello fisico e interiore, perché si compie un gesto importante per chi ha bisogno che – sottolinea – è alla portata di tutti. Il valore umano della solidarietà e dell’altruismo è una conseguenza naturale per me che sono prete, ma è una decisione che avrei comunque preso».
Con il suo agire, don Paolo è esempio di umanità e non si stanca di testimoniare l’importanza del dono, rinforzando così il messaggio di cui Fidas Verona, Avis e Asfa sono promotori nelle scuole, nelle parrocchie, nei circoli sportivi. Associazioni che il 14 giugno, Giornata mondiale del donatore di sangue, si sono date appuntamento in piazza Bra per un appello congiunto alla donazione di sangue e plasma. Sinergia che ha permesso di reggere all’onda d’urto della pandemia e ora invita a mantenere alta l’attenzione durante il periodo estivo, per garantire continuità. Per diventare donatore è necessario godere di buona salute, pesare almeno 50 kg e avere fra i 18 e i 65 anni. Basta telefonare al numero verde gratuito 800.310.611 (da fisso), allo 0442.622867 (da cellulare), al 339.3607451 (per telefonate/sms) o inviare una mail a prenota.trasfusionale@aulss9.veneto.it.
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