Per Bacco, è tempo di dare un taglio all’uva
di REDAZIONE
La vendemmia riapre i quesiti su promozione e mercati: 527 denominazioni, molte faticano a trovare visibilità e diffusione oltre i confini locali
di REDAZIONE
Il mini-Vinitaly di ottobre fa credere che il peggio sia alle spalle, che si possa tornare a prima di... In realtà non sarà così e ci dovremo adeguare – noi come le fiere – a tempi in cui i grandi numeri e gli assembramenti confliggono con i dettami sanitari. Almeno per la vendemmia problemi non sembrano essercene, salvo la difficoltà a reperire manodopera: un problema che esisteva già prima del marzo 2020. Le forbici sono in azione in tutta Italia, verranno riposte solo a fine ottobre-primi di novembre. Si annuncia un’annata con quantità inferiori quanto a uve raccolte, ma la qualità – come sempre – sarà o buona od ottima. Ormai noi italiani sappiamo produrre bene, siamo i migliori al mondo. Casomai scontiamo problemi ancora non risolti sul piano delle vendite, nonostante le esportazioni siano cresciute di otto volte rispetto a 35 anni fa. Abbiamo più di 500 denominazioni vinicole, ma chi le conosce? E come le pubblicizziamo? Ci giova la parcellizzazione non solo produttiva ma anche comunicativa di un prodotto che è il fiore all’occhiello dell’alimentare italiano? No, ma le contromisure tardano ad arrivare.
Approfondimenti e intervista con Fabio Piccoli, tra i fondatori di Wine Meridian (magazine on line dedicato al vino italiano nel mondo) su Verona Fedele del 19 settembre 2021 disponibile in edicola e in parrocchia
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