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Le maschere del carnevale in Vescovado

di REDAZIONE

Per la prima volta sono state accolte nell’episcopio di Verona e accolte dal vescovo Domenico

Le maschere del carnevale in Vescovado

di REDAZIONE

Non c’è venerdì gnocolar senza Bacanal del Gnoco e la 495ˆ edizione si è aperta in maniera straordinaria: per la prima volta, infatti, le maschere veronesi e quelle italiane ospiti della manifestazione sono state accolte nell’episcopio di Verona, in qualche maniera ricambiando un’altra prima volta ovvero il voto del vescovo Domenico Pompili alle ultime elezioni per la maschera del Papà del gnoco, il 19 gennaio scorso.Il presidente del Comitato Carnevale Bacanal del Gnoco Valerio Corradi ha sottolineato come ad aprire questa edizione sarà la scritta “Pace” con il pensiero alle tante situazioni difficili nel mondo e ricordato le tante iniziative di solidarietà in cui le maschere veronesi sono protagoniste lungo tutto l’anno, soprattutto nei confronti di persone sole, ammalate, povere. Tra queste ha rimarcato il Pranzo solidale dello scorso Natale, a cui ha partecipato lo stesso mons. Pompili, organizzato dalla Croce Bianca di Verona, in collaborazione con il Bacanal del Gnoco, la Parrocchia di San Zeno e la Parrocchia di San Bernardino.Il Vescovo ha poi evidenziato il rapporto molto stringente tra la Chiesa e il Carnevale, che nasce all’interno della civiltà cristiana e prende il nome stesso da quel dare l’addio alla carne nell’iniziare il periodo della Quaresima. Quindi, ha mostrato tre caratteri che fanno del Carnevale un grande dono per tutti: «Primo, il suo carattere trasgressivo, nel senso più autentico del termine, perché ridicolizza le abitudini ed evidenzia con l’ironia come alcune modalità che sembrano la regola sulla scena personale e internazionale siano, invece, senza senso». Secondo il suo carattere festivo, che non è semplicemente divertimento in quanto è festa popolare e di tutti: «Oggi abbiamo sempre più tempo libero e siamo incapaci di fare festa, visto che festeggiare richiede il coinvolgimento della comunità intera». Per questo mons. Pompili ha ringraziato in modo particolare i volontari che, mettendo a disposizione il loro tempo, restituiscono a tutti la possibilità di fare festa. Terzo carattere è quello fraterno ovvero «la capacità di ritrovarsi al di là di ruoli, competenze, stati sociali, tutti sullo stesso piano, senza rimarcare le distanze. Il Carnevale mette insieme piccoli e grandi, tutti dalla stessa parte, in una situazione che rompe le righe rispetto sovrastrutture che dividono la società oggi».Alla conclusione di questo incontro in Episcopio – che il Vescovo ha sottolineato essere «la casa della Chiesa e per questo anche la casa di tutti» – il Papà del gnoco ha conferito la commenda, sua massima onorificenza, a mons. Pompili.

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