La notte di Santa Lucia
Una sfilata in Bra con la martire amatissima a Verona, prima del suo giro nelle case
Domattina tutti i bambini veronesi si sveglieranno presto per vedere i doni lasciati nella notte da santa Lucia, la martire di origini siracusane amatissima a Verona.
La tradizione popolare dei regali ai bimbi buoni (e del carbone per quelli discoli) risalirebbe al XIII secolo, quando un’epidemia colpì agli occhi i bambini veronesi. I genitori decisero di appellarsi alla Santa protettrice della vista, chiedendo la sua intercessione. Fu organizzata così una processione a piedi nudi fino alla chiesa di Sant’Agnese, che fino ai primi decenni dell'Ottocento sorgeva sul sito dell’attuale Palazzo Barbieri, sede del Comune. «Per convincere i più piccoli a partecipare al pellegrinaggio, i genitori avrebbero promesso che al loro rientro la Santa avrebbe lasciato loro dei doni, proprio nei calzari rimasti a casa – ricorda l’assessore alle Attività economiche e produttive, Nicolò Zavarise –. L’epidemia cessò e da allora ogni anno si rinnovò questo gesto: un aspetto che vogliamo riportare all’attenzione dei cittadini, ricordando con un’apposita rievocazione questa devozione centenaria».
La rievocazione storica, con tanto di immancabile gastaldo e asinello, si è tenuta nel pomeriggio del 12 dicembre in piazza Bra, tra i 260 banchetti allestiti per la ricorrenza, in collaborazione con Confesercenti. Un anticipo della festa per i più piccoli che hanno scritto la letterina.
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