L’ultima campanella di un "annus horribilis"
di REDAZIONE
Chiudono per pausa estiva le scuole prostrate dal virus. Gli insegnanti di sostegno: «Che fatica fare lezione così». La mancata presenza in aula ha disperso relazioni preziose per gli alunni fragili
di REDAZIONE
È finito un anno scolastico tra i più complicati della nostra storia, attraversato dai mille problemi organizzativi (e non solo) provocati dalla pandemia. C’è chi in qualche modo se l’è cavata, chi ha faticato enormemente: si pensi agli alunni normalmente seguiti da insegnanti di sostegno. I presidi sono quasi impazziti nel cercare di adeguare le lezioni ai continui cambiamenti (zone gialle-arancioni-rosse; distanziamenti; presenze a percentuale; orari...). E ogni Regione ha avuto una storia a sé: già tra Veneto e Lombardia sono state tante le differenze. Ora tocca agli esami di Stato, anche se ancora privi delle prove scritte, poi vacanze per tutti, seppur ci sarebbe l’intento di tenere aperte alcune scuole pure nel periodo estivo. Ai decisori il compito di affrontare il pianeta-scuola consci degli enormi cambiamenti che ha affrontato in questi 15 mesi di pandemia. La digitalizzazione deve essere completata, e completa. Gli insegnanti, formati per una didattica che ha viaggiato su binari differenti. E non servirà immetterne tanti di nuovi, nell’era della denatalità, quanto pagarli e trattarli meglio.
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