Il sogno di avere un fisco semplice, equo, efficace
di NICOLA SALVAGNIN
Il fisco è un guazzabuglio, con tante imposte, tante aliquote, tante esenzioni e regimi tributari speciali; tanta evasione ed elusione fiscale
di NICOLA SALVAGNIN
Un tempo si diceva che far viaggiare i treni italiani in orario era semplicemente un sogno. Al quale si aggiunge quello di avere un fisco semplice, equo, efficace. I treni – soprattutto l’alta velocità – ormai fanno sempre meno ritardi. Il fisco invece è rimasto il guazzabuglio degli ultimi decenni, con tante imposte, tante aliquote, tante esenzioni e regimi tributari speciali; tanta evasione ed elusione fiscale.
Il governo in carica si è messo in testa di dire: ora basta, approvando un disegno di legge che delega l’esecutivo a cambiare le carte in tavola, il Parlamento ad approvarle e infine – e soprattutto – ad emanare quei decreti delegati che dovranno specificare nel dettaglio la riforma, e far quadrare i conti finali.
Perché una cosa è sicura: il rimescolamento (necessario, doveroso, improcrastinabile) vedrà dei vincitori e dei perdenti. Per forza. Qualcuno ci guadagnerà, qualcun altro ci rimetterà.
La struttura base è quella di ridurre a tre le aliquote Irpef, che colpiscono i redditi da lavoro (niente di stravolgente: quasi sicuramente ci sarà un piccolo alleggerimento fiscale per chi guadagna fino a 28mila euro lordi); di togliere l’Iva sui beni “di prima necessità”; una graduale eliminazione dell’Irap per le imprese e un alleggerimento dell’Ires per chi investe o assume. Qualche passaggio burocratico in meno, qualche sanzione meno pesante, la logica di instaurare un “Fisco amico” con il contribuente.
L’intenzione è quella di portare a casa questa prima parte della riforma in un paio d’anni alla meglio. La seconda parte – almeno quella sbandierata – prevederebbe aliquote uniche e non differenziate, la cosiddetta flat tax, che sarebbe incostituzionale oltre che iniqua. E determinerebbe una forte contrazione delle entrate fiscali, che dovrebbe essere compensata con una forte contrazione della spesa pubblica. Vedi insomma la voce “campa cavallo”.
Le vere questioni sono due: la prima è mettere ordine alla vera selva di detrazioni, deduzioni, regimi speciali e quant’altro alligna nel panorama fiscale italiano. Misure alcune doverose e sacrosante, altre vere e proprie regalìe a questo o quel settore produttivo o categoria sociale. Insomma la “benzina” della politica, e ci vuole coraggio a rinunciarvi o a scontentare questo e quello.
La seconda sta nel fatto che, in Italia, fatta la legge trovato il modo di aggirarla, eluderla, farne a meno. L’evasione fiscale è gigantesca, sottrae alla collettività enormi risorse (almeno 100 miliardi di euro ogni anno, stando bassi), obbliga i “costretti” a pagare le tasse in maniera abnorme. La pressione fiscale in Italia è ormai da record mondiale, avendo pure superato quella di certi Paesi del Nord Europa famosi per andarci giù pesanti.
Quindi al governo e al Parlamento si può dire solo una cosa: auguri e coraggio
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