Il 6 febbraio è la Giornata per la vita

di MARTA BICEGO

Più nuclei familiari, rispetto a donne sole, in difficoltà. Combattono contro una povertà che riguarda da una parte le economie, dall’altra le relazioni che la pandemia ha contribuito a sfilacciare. Questa è l’umanità che il Centro diocesano aiuto vita incontra nel quotidiano servizio, adattandosi ai tempi e adeguando le risposte, affinché siano il più possibile concrete.
Per operatori e volontari impegnati nella rete solidale che ha le sue trame nel territorio diocesano con 13 Cav, il 6 febbraio (Giornata nazionale per la vita) è l’occasione per fare il punto delle attività realizzate. E per capire come continuare a custodire le speranze di bimbi, genitori e famiglie perché possano realizzarsi. Un’opera che non si arrende alla pandemia, anzi. Sono i numeri a descrivere l’impegno: nel 2021, il Centro aiuto vita di Verona – istituito nel 1983 con decreto del vescovo Amari – ha dedicato attenzione a 297 situazioni tra giovani inizialmente intenzionate a interrompere la gravidanza (3), mamme sole con figli, famiglie con bambini nell’età della prima infanzia (l’80% del totale). Il successo più grande si misura nel numero di fiocchi, rosa e azzurri, che sono stati idealmente appesi alla porta della sede di via Betteloni: 81. Preziosi, nel gelido inverno della natalità che affligge il nostro Paese.
Complessivamente, se si allarga lo sguardo alla presenza nell’intera diocesi scaligera, il supporto offerto ha raggiunto 1.159 nuclei familiari con 279 neonati venuti al mondo dalle donne prese in carico. Ai bisogni si risponde con la concretezza. Con beni di prima necessità per l’infanzia (latte, alimenti, pannolini, medicinali, vestiario, attrezzature) sono state effettuate 3.307 consegne.

L'articolo completo è su Verona fedele del 6 febbraio 2022.