Accogliere la vita è un regalo che ci facciamo
Il 2 febbraio la Giornata dedicata a mamme e bambini. La testimonianza dalle attività portate avanti dai Centri aiuto vita
Abbracciare la vita, sempre. Il messaggio dei Vescovi italiani in occasione della Giornata per la vita – la cui quarantaduesima edizione si festeggerà il 2 febbraio – è una esortazione a custodire, far proprio e diffondere il valore dell’accoglienza. Una testimonianza d’impegno in tale senso è rappresentata dalle attività portate avanti dai Centri aiuto vita. Sono 399 i fiocchi rosa e azzurri appesi sulle porte dei Cav della diocesi scaligera, quasi 1.300 le donne aiutate. Non solo offrendo beni di prima necessità, ma pure una casa in cui riconquistare l’autonomia tra le mura di un co-housing sociale, a misura di mamme, nato grazie a Caritas e alpini veronesi.
Spalanchiamo le porte a ogni bambino che nasce
Così si accoglie la vita, a cui è dedicata la Giornata del 2 febbraio
“Non un oggetto da possedere o un manufatto da produrre, è piuttosto una promessa di bene, a cui possiamo partecipare, decidendo di aprirle le porte”. Il messaggio dei vescovi italiani in occasione della 42a Giornata per la vita – che si festeggerà il 2 febbraio pure a Verona grazie alle numerose iniziative promosse dai Centri aiuto vita della diocesi – è un inno a custodire, far proprio e diffondere il valore dell’accoglienza. “È solo vivendo in prima persona questa esperienza che la logica della nostra esistenza può cambiare e spalancare le porte a ogni vita che nasce – proseguono –. Vivere significa necessariamente essere figli, accolti e curati [...]. Nasce da qui l’impegno di custodire e proteggere la vita umana dall’inizio fino al suo naturale termine e di combattere ogni forma di violazione della dignità”.
«La vita è un dono sempre, ma talvolta ci vengono richiesti la condivisione e il sostegno perché possa essere accolta e vissuta come tale da chi si trova in difficoltà», esordisce Paola Cinquetti, direttrice del Centro diocesano aiuto vita. Nel 2019, grazie alle attività dei vari Cav (alla sede di Verona in via Betteloni si aggiungono altri nove centri presenti nelle diverse zone della diocesi scaligera), sono stati idealmente appesi 399 fiocchi tra rosa e azzurri. Grazie al prezioso supporto del volontariato, sono stati in totale 1.286 i casi seguiti: donne in gravidanza, mamme sole con figli, famiglie con bambini nella prima infanzia.
«Le principali difficoltà che incontriamo sono la povertà economica, l’emarginazione e la solitudine. Ed è sempre più importante poter offrire risposte diversificate, partendo dall’ascolto e dalla valutazione dei bisogni, in coordinamento con le realtà pubbliche e private operanti nel settore», prosegue. Le situazioni di emergenza richiedono risposte tempestive, ma il migliore investimento sul futuro risiede nella continuità del supporto, soprattutto quando il fatto del portare avanti nel quotidiano la maternità deve fare i conti con la mancanza di reti familiari. «Di fronte a una donna oppure a una famiglia che presentano l’incertezza sull’accettazione del nascituro, dobbiamo essere in grado di dare risposte concrete nell’immediato, garantendo accompagnamento e supporto dopo la nascita e nei primi anni di vita del figlio», sottolinea ancora Cinquetti, ricordando iniziative mirate quali, per esempio, il progetto Chiara la cui finalità è offrire “adozione a vicinanza” a vantaggio di donne sole con bimbi in situazioni di particolare difficoltà e disagio.
«Le risposte di aiuto concreto riguardano in particolare beni di prima necessità per l’infanzia: latte, alimenti, pannolini, medicinali e vestiario. L’accoglienza in strutture protette, comunità e appartamenti, per gestanti e madri sole dove durante lo scorso anno abbiamo ospitato 20 nuclei mamma e figlio oltre a una accoglienza diurna presso il nido “I Coriandoli”, che è gestito dall’associazione, per favorire un inserimento sociale e lavorativo. Lo scorso anno questo servizio è stato reso disponibile per 27 bambini da 1 a 3 anni», evidenzia Cinquetti.
Inoltre, proprio per sostenere questi percorsi di progressivo recupero dell’autonomia economica, dal 2014 i Cav promuovono corsi di formazione che vanno dall’alfabetizzazione alla professionalizzazione nell’ambito della ristorazione e delle pulizie, dagli stage ai tirocini presso aziende. Sono state già 362 le mamme che, dall’avvio del progetto, hanno preso parte ai diversi percorsi o tirocini. Il bilancio è dunque molto soddisfacente ed esorta a proseguire nella medesima direzione: «I buoni risultati di partecipazione e l’interesse dimostrato da tante donne ci motivano a continuare queste attività nella prospettiva di aiutarle a sviluppare le loro capacità e favorirle nel percorso di inserimento sociale, evitando così forme di assistenzialismo», conclude.
Infine, accanto all’attività di tipo socio-assitenziale, i Centri aiuto vita promuovono incontri di sensibilizzazione, rivolti soprattutto a ragazzi e giovani, nelle scuole e nelle parrocchie, sulle tematiche del valore della vita umana, della tutela della maternità e della solidarietà nei confronti del prossimo. Sostengono iniziative di prevenzione dell’interruzione volontaria della gravidanza attraverso l’elaborazione e la divulgazione di materiale informativo sulle tutele e sul sostegno della maternità, operando in collaborazione coi consultori e le strutture socio-sanitarie.
Marta Bicego
Due famiglie per una casa: si sperimenta l’accoglienza
Caritas e alpini insieme in un progetto di co-housing sociale
Grazie a mani solidali, l’accoglienza ha trovato casa. Più che delle semplici mura in cui trascorrere la quotidianità, spazi ospitali dai quali ripartire e riconquistare l’autonomia per quattro madri, accompagnate dai loro sei bambini, che si trovavano a vivere un momento di temporanea difficoltà. Circa un anno fa sono diventate coinquiline di due appartamenti (di 140 metri quadrati ciascuno) nel quartiere Saval: stesso pianerottolo, due ingressi distinti, stanze da letto e bagni separati per garantire la necessaria intimità. Cucina e soggiorno però sono in comune, proprio per facilitare momenti di aggregazione e per stimolare il supporto reciproco.
È un co-housing di seconda accoglienza “Due famiglie per una casa”: un progetto di rete a misura di mamme che si è realizzato grazie alla collaborazione tra gli alpini veronesi e la Caritas diocesana come capofila di Rete donna, realtà attiva sul territorio che si compone di varie associazioni di volontariato sensibili in maniera particolare alle problematiche della vita nascente e della povertà.
Le abitazioni, risalenti alla metà degli anni Settanta, sono state date in concessione gratuita da Ater, per un periodo di quindici anni, a Rete donna affinché venissero ristrutturate, arredate e usate a beneficio di persone in condizioni di povertà e difficoltà abitativa, nello specifico donne sole con minori. Un passaggio fondamentale che è stato reso possibile da una delibera regionale (la numero 1134 del 2014) che consente “alle aziende territoriali – recita il documento – di assegnare alloggi sfitti, non utilizzabili a causa dello stato di deperimento in cui versano e della mancata disponibilità finanziaria aziendale nel procedere celermente al loro ripristino, a soggetti del privato sociale”.
Chiamate all’appello, le penne nere non si sono tirate indietro e si sono subito rimboccate le maniche: hanno coinvolto una quindicina tra artigiani, idraulici, muratori ed elettricisti per rimettere completamente a nuovo i due ampi spazi abitativi, che erano piuttosto fatiscenti e non a norma.
«Abbiamo accolto con grande entusiasmo questo progetto, del resto sono nel nostro Dna la solidarietà e il voler darsi da fare a tutti i costi. Anche con fatica, perché trovare volontari e far coincidere le loro esigenze con quelle operative non è stato facile», ha spiegato Luciano Bertagnoli, presidente dell’Associazione nazionale alpini di Verona a consuntivo dei restauri seguiti passo dopo passo dagli architetti Maurizio Marchesini (vicepresidente dell’Ana che ha coordinato i volontari) e Giancarlo Manni, volontario della Caritas.
«Nel cuore della nostra associazione c’è questo desiderio forte di essere solidali a 360 gradi. La missione è stata positiva: quest’apertura alla solidarietà e alla vicinanza verso coloro che hanno bisogno avviene nell’anno in cui festeggiamo il centenario della nascita della nostra sezione», ha aggiunto Bertagnoli, ringraziando pure le aziende private Svai e Fratelli Zanini che hanno dato un ulteriore contributo donando rispettivamente sanitari e porte; grazie alla Straverona è stata invece acquistata la cucina.
«Senza gli alpini non ce l’avremmo fatta. Questo co-housing, prima ancora che per chi vi sarebbe andato ad abitare, si è realizzato nella collaborazione», ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana, mons. Giuliano Ceschi, descrivendo lo spirito che ha contraddistinto l’intervento. Oltre alla Caritas attraverso l’associazione San Benedetto e all’Ana veronese, gli enti che partecipano al progetto sono il Centro aiuto vita, l’Acisjf Protezione della giovane associazione di Verona, i Gruppi di volontariato vincenziano e il Comune di Verona. Insieme hanno siglato un protocollo che suggella tale sostegno integrato nel segno della coabitazione.
«Abbiamo già una realtà che si occupa di disagio abitativo al femminile. Questa iniziativa, che si rivolge a donne con figli che vivono insieme un momento di disagio che speriamo sia temporaneo, è un fiore all’occhiello», ha spiegato Ceschi, a riprova dell’unicità del progetto educativo. L’idea di base è offrire ospitalità in maniera integrata per 18 mesi, agevolando al tempo stesso il recupero dell’autonomia: «Sarà un tempo sufficiente? Ci riusciremo? Sarà sostenibile nel tempo? Le condizioni sono tali da farci sperare di sì. Se Ater ci mette a disposizione altri appartamenti e gli alpini ci aiutano, possiamo tentare di valorizzarli in questo modo», ha aggiunto il responsabile della Caritas veronese.
Con ottimismo, e a ragione: una delle donne ospitate ha da pochi giorni lasciato uno degli appartamenti. In parallelo, si sta pianificando un nuovo inserimento tra le 27 persone nella lista di attesa che conta casi di abbandono da parte del padre, donne vittime di violenza con relazioni familiari e sociali assenti. Questa tipologia di ospitalità è un’accoglienza in semi-autonomia, ma è previsto comunque un accompagnamento per i nuclei familiari nell’ottica di agevolare la coabitazione.
Tra i requisiti d’accesso agli alloggi c’è, per esempio, quello di disporre già di un reddito o di un’entrata economica regolare per contribuire al pagamento delle spese condominiali. Si tratta infatti una soluzione temporanea: non devono essere case per sempre, ma punti di appoggio nei quali intessere relazioni durante la fase di passaggio tra situazioni di tutela e in attesa dell’accesso all’edilizia popolare oppure a un alloggio privato.
Insomma: una porta spalancata alla speranza.
M. Bic.
Tutte le iniziative in programma nella 42ª edizione
DOMENICA 26 GENNAIO
• X liFe
Cori giovani annunciano la Giornata per la vita “incrociando” il loro servizio di animazione della Santa Messa nelle varie parrocchie
Organizzato dal Cav di Legnago
VENERDÌ 31 GENNAIO
• Veglia di preghiera per la vita
Ore 20.30 – Chiesa parrocchiale di Caldiero
Organizzata dal Cav di Caldiero
SABATO 1 FEBBRAIO
• Meeting della Vita
Vicariati di Legnago, Cerea e Bovolone
Ore 17.15 – Centro giovanile Salus di Legnago – Accoglienza con gli N-Joy
Ore 19 – Duomo di Legnago – Santa Messa
Ore 21 – Teatro Salus – Concerto testimonianza dei Reale – Ingresso libero e aperto a tutti
Organizzato dal Cav e dalla parrocchia di Legnago
• “Il mondo di Lucy”
Ore 20.30 – Spettacolo di video-testimonianza e musica al Teatro Smeraldo di Valeggio
Aperto a tutti con invito particolare ad adolescenti e giovani del vicariato di Villafranca-Valeggio
Organizzato dal Cav di Villafranca
• “La fadiga de capirse”
Ore 20.45 – Commedia dialettale con i Malmaridè nel salone parrocchiale di Lugagnano Organizzato dal Cav di Lugagnano
• Testimonianza di Gigi De Palo
Ore 20.45 – Il presidente del forum delle famiglie nella chiesa di Nogara.
Seguirà adorazione eucaristica
Organizzato dal Cav di Nogara
DOMENICA 2 FEBBRAIO
• Celebrazione diocesana
Ore 11 – Santa Messa solenne presieduta da mons. Roberto Campostrini, vicario generale, presso la basilica di Santa Anastasia (Verona)
Organizzato dal Centro diocesano aiuto vita di Verona
• “La bella addormentata nel bosco”
Ore 16 – Spettacolo teatrale per bambini e famiglie, a cura de Il nodo teatro, presso il Teatro Santa Teresa in via Molinara, 23 (Verona). Ingresso libero
Organizzato dal Centro diocesano aiuto vita di Verona
• “Un cuore nuovo che ama la vita”
Ore 16 – Animazione per bambini e per famiglie, a cura del gruppo Gioia Express, nell’oratorio Giovanni XXIII di piazza Garibaldi a Desenzano del Garda.
Organizzato dal Cav di Desenzano
• Spettacolo con gruppi di scuole di danza palestra Palalberti di Bardolino
Ore 15.30 – Teatro parrocchiale di Bardolino “Corallo” e gruppo musicale filarmonica di Bardolino Junior Band. Allieterà lo spettacolo il Mago Alesgar.
Organizzato dal Cav di Bardolino
• “Burattini tim tum tam”
Ore 16 – Nel teatro parrocchiale di Caldiero lo spettacolo di burattini presentato dal Centro teatrale Corniani
Organizzato dal Cav di Caldiero
• Cantiamo la vita 2020
Ore 17 – Nella chiesa di Pellegrina. Seguirà buffet.
Organizzato dal Cav di Nogara
VENERDÌ 7 FEBBRAIO
• “Cambiamenti ed opportunità”
Ore 20.45 – Al teatro comunale di Nogara, con il patrocinio del Comune di Nogara,
testimonianza di vita di Alessandro Bordini, autore del libro Crescere al buio
Organizzato dal Cav di Nogara
SABATO 8 FEBBRAIO
• “Aprite le porte alla vita”, festival di cori giovani
Ore 20.45 – Chiesa di Roverchiara
Organizzato da Cav di Legnago
SABATO 15 FEBBRAIO
• “Aprite le porte alla vita”, festival di cori giovani
Ore 20.45 – Chiesa di Sanguinetto
Organizzato da Cav di Legnago
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento