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È nato "ConADOA": sede a Roma, radici a Verona

di REDAZIONE

Il Coordinamento nazionale associazioni diocesane opere assistenziali ha preso il via il 12 luglio

Parole chiave: Adoa (20)
È nato "ConADOA": sede a Roma, radici a Verona

di REDAZIONE

"ConADOA" ha come scopo principale il coordinamento e la valorizzazione della rete delle Associazioni diocesane opere assistenziali e delle organizzazioni non profit e del Terzo settore, in particolare se a movente ideale, che svolgono le proprie attività sul medesimo territorio, in relazione o come promanazione di enti ecclesiastici, istituti religiosi, enti civilistici o riconosciuti come tali, anche del Terzo Settore, ed organizzazioni di origine ecclesiale o direttamente collegate con organismi ecclesiali e che operano a servizio di persone vulnerabili o che vivono situazioni di povertà, fragilità o marginalità.
È quanto riportato sullo statuto di fondazione di "ConADOA", rete di coordinamento fondata il 12 luglio scorso a Verona, ma con sede a Roma, che si ispira ai principi del Magistero della Chiesa Cattolica. Una realtà che offre e propone sinergie per la realizzazione di azioni comuni di sensibilizzazione e formazione, supporto e valorizzazione, comunicazione e rendicontazione dell’impatto sociale delle attività portate avanti dalle diverse organizzazioni che in questi principi si rispecchiano. 
Nel rispetto dell’autonomia statutaria, amministrativa e gestionale delle organizzazioni aderenti, operando in fraternità con l'obiettivo del bene comune, "ConADOA" offre occasioni di relazione, riflessione, confronto e cooperazione nella Chiesa, tra la Chiesa e le istituzioni pubbliche o private e tra le organizzazioni non profit e del Terzo settore, in particolare se a movente ideale, del medesimo territorio, nella prospettiva dell’ecologia integrale, con lo scopo di contribuire al progresso della società nel superamento della cultura dello scarto, anche attraverso la realizzazione e/o gestione di azioni e “opere segno”. 
«Ho conosciuto il servizio che Adoa svolge a Verona da più di un decennio: mi ha convinto in particolare il metodo sinodale e l’efficacia dei risultati ottenuti soprattutto negli anni terribili del Covid-19 – dice don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della Cei –. Ho notato i risultati del lavoro concreto di aiuto alle realtà che le sinergie sviluppate in questa rete, che è prima di tutto relazionale, hanno prodotto sulle persone e sui lavoratori degli enti che si occupano dei fratelli e delle sorelle più fragili e mi sono convinto che potesse essere un metodo replicabile e da replicare anche in altri contesti diocesani o di regione ecclesiastica, per il bene di tutti».
«Da tale percorso di supporto e supervisione del progetto svolto dall’Ufficio Nazionale e grazie alle collaborazioni che stanno nascendo con altre Diocesi, abbiamo dato vita a un processo in cui non sono mancate le convergenze rispetto all’attenzione e allo stile che l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della Cei incoraggia ad avere nel complesso mondo della cura delle persone più fragili e ci siamo messi in cammino, con semplicità e autenticità», commenta mons. Roberto Campostrini, presidente di Adoa Verona
«Ringrazio anche in nome e per conto del nostro presidente, don Agostino Bertolotti, Adoa Verona e in particolare il suo segretario generale Tomas Chiaramonte per il prezioso accompagnamento e per il supporto competente e attento che sta garantendo anche alla nostra realtà in questa fase di sviluppo delle attività associative», si congratula il dott. Francesco Mineo, consigliere di "ConADOA" e segretario generale della neonata Adoa Parma. 

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