Da 50 anni allargano le sbarre del carcere
La Fraternità festeggia mezzo secolo di attività
Cinquant’anni in carcere. Non una condanna, ma una vocazione: è quella che muove dal 1968 l’associazione La Fraternità, realtà di ispirazione cristiana e francescana sorta per accompagnare i detenuti e le loro famiglie nel percorso di recupero. Un cammino in salita, spesso lastricato di ostacoli, incertezze e rimorsi; scontare la pena e sperare, un giorno, in un recupero nella società.
La Fraternità è stata fondata a Verona da fra Beppe Prioli, affiancato da un gruppo di giovani desiderosi di fare da cerniera tra il mondo esterno e quello dietro le sbarre. «L’associazione è cresciuta seguendo i detenuti e anch’io ho imparato molto da loro», sottolinea il fondatore. Ancora oggi, partendo dal convento di San Bernardino, percorre l’Italia in lungo e in largo per dare risposte a chi chiede aiuto. «Seguo soprattutto le persone che hanno commesso omicidi: quando se la sentono di parlare faccio anche mille chilometri per un’ora di colloquio», dice.
Il compleanno della Fraternità sarà festeggiato con un ricco calendario di appuntamenti. Si potrà fare un viaggio per immagini con la mostra allestita nel chiostro del convento di San Bernardino (aperta dal 25 al 28 ottobre, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18).
Giovedì 25 ottobre alle 20.30 (nella sala Africa dei comboniani, in vicolo Pozzo, 1) politici e rappresentanti di enti e associazioni si ritroveranno in un convegno per parlare di carcere e misure di comunità.
Sabato 27 ottobre, alle 10.30 al convento di San Bernardino, nella cornice della conferenza sul dialogo islamico-cristiano, ci sarà la testimonianza di Silvana Pozzerle, storica socia della Fraternità. I festeggiamenti per i 50 anni si concluderanno con una Messa di ringraziamento, presieduta dall’ispettore dei cappellani delle carceri don Raffele Grimaldi, domenica 28 ottobre alle 11.30.
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