Una giornata particolare
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Winston Churchill, un leader che è diventato un paradigma

Winston Churchill Day, ovvero la commemorazione, americana e non solo, dello statista britannico (1874-1965) nel giorno del conferimento della cittadinanza onoraria statunitense (9 aprile 1963)...

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Winston Churchill, un leader che è diventato un paradigma

Winston Churchill Day, ovvero la commemorazione, americana e non solo, dello statista britannico (1874-1965) nel giorno del conferimento della cittadinanza onoraria statunitense (9 aprile 1963). Figlio di Jennie Jerome, nata a Brooklyn (New York), è stato raccontato in questi anni in molti modi e in diversi aspetti, ed è stato richiamato più volte nelle settimane scorse a riguardo della situazione in Ucraina. Lorenzo Dellai, politico trentino di gran corso, già presidente locale e parlamentare nazionale, in una lettera ad Avvenire (8 marzo) si è chiesto cosa avrebbe detto Churchill dopo l’invasione dell’Ucraina e si è immaginato che avrebbe proposto ai cittadini europei la via della non violenza ovvero non essendo più possibile accettare l’opzione bellica (troppo distruttiva oggi) scegliere una via stretta ma nobile: rinunciare ad un po’ di ricchezza e comodità (qualche punto in meno di Pil e abbassare la temperatura in casa per il costo maggiorato del gas) ma “far valere i principi della libertà e della democrazia”. Lo stesso giorno, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, collegato con la Camera dei Comuni inglese, ha attinto alla retorica di Churchill per affermare: «Combatteremo fino alla fine, per mare e per terra», citazione del discorso di insediamento come primo ministro (13 maggio 1940) davanti alla stessa Camera, in cui disse anche: «Non posso promettervi altro che sangue, fatica, lacrime e sudore» per «condurre la guerra contro una tirannide mostruosa che non ha l’eguale nel tetro, miserabile catalogo del crimine umano». Il nemico contro il quale «senza vittoria non c’è sopravvivenza» era allora Adolf Hitler, anche se solo qualche mese prima molti politici inglesi avevano pensato che l’invasione della Finlandia da parte dell’Unione Sovietica (30 novembre 1939) fosse l’occasione giusta per regolare una volta per tutte le questioni contro gli storici nemici russi. Proprio l’incertezza e l’inerzia inglese, secondo molti storici, permise a Hitler di espandersi grandemente a Nord e di disporre tutto per il predominio dei cieli britannici. La politica di Winston Churchill acquistò forza proprio a causa della situazione drammatica, con il popolo che lo appoggiava per il coraggio e la fermezza, mentre re Giorgio VI e i parlamentari, anche del suo partito conservatore, poco lo sopportavano. Attento a compattare il fronte interno e impegnato su tutti i canali diplomatici (mettendo anche a tacere il suo anti-comunismo), gli viene dato il merito di aver evitato che la Seconda Guerra mondiale fosse ancor più una vera carneficina apocalittica. Ambizioso, accentratore, duro, è ritenuto da alcuni come il più grande politico e “salvatore” dell’umanità; da altri come il colpevole di tante situazioni irrisolte nel panorama sociale e internazionale. Chissà con la sua ironia cosa direbbe di come viene ricordato oggi e del fatto che a celebrarlo siano proprio gli americani di cui diceva: «Cercano sempre di fare la cosa giusta, dopo aver provato tutto il resto».

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