Se sei nel Guinness sei un vero “fenomeno”
“Fraté, fammi fare il fenomeno”: così cantava qualche anno fa il rapper Fabri Fibra, prendendosela con la logica dell’attuale show business. Ma “fare il fenomeno” è oggi di tutti e per tutti. Per questo il desiderio di essere scritto sul “Libro della vita” o anche solo su un “libro di storia” è oggi spesso stato sostituito da quello del libro del Guinness World Records...
“Fraté, fammi fare il fenomeno”: così cantava qualche anno fa il rapper Fabri Fibra, prendendosela con la logica dell’attuale show business. Ma “fare il fenomeno” è oggi di tutti e per tutti. Per questo il desiderio di essere scritto sul “Libro della vita” o anche solo su un “libro di storia” è oggi spesso stato sostituito da quello del libro del Guinness World Records. Edito ogni anno a partire dal 1955, è oggi il più venduto al mondo (più di 100 milioni di copie) tra quelli soggetti a copyright, terzo in assoluto dopo Bibbia e Corano. E attorno a esso è nata la Giornata mondiale dei Guinness World Records, quest’anno il 14 novembre. Un’occasione propizia per tutti i “fenomeni”, che non vedono l’ora di comparire su quelle pagine, a costo di inventarsi le cose più assurde (e spesso inutili).
L’edizione appena uscita promette nuove categorie e imprese sempre più eccezionali. Tra quelle presentate dagli editori, spicca il record di 509 vittorie reali a Fortnite realizzate dal gamer tetraplegico “RockyNoHands” – alias Rocky Stoutenburgh – usando un QuadStick manovrato con la bocca (chi capisce la frase al primo colpo, batte un record: per tutti gli altri bisogna rileggerla più volte e magari farsela spiegare da qualche esperto).
L’anno precedente, pur di essere iscritto tra i Guinness World Records, l’austriaco Marco Hort aveva infilato contemporaneamente in bocca 259 cannucce di plastica. Nel 2017 ne ha avuto di coraggio anche il tedesco André Ortolf che ha bevuto un’intera bottiglia di ketchup (396 gr) in 17,53 secondi: primato assoluto!
Fenomeno per tutte le stagioni è invece l’americano Ashrita Furman che in 40 anni, ovvero dal 1979, ha realizzato oltre 700 record e attualmente ne detiene circa 120. A questa assurda corsa al sensazionale non partecipano solo i maschi, se è vero che si compete pure per lo strascico da sposa o le unghie più lunghe al mondo: nel 2012 la newyorkese Chris Walton con 26 cm (per la destra) e 24 cm per la sinistra è stata iscritta sul libro, ereditando lo scettro (chissà quanto lungo, a questo punto) da Lee Redmond, arrivata addirittura a 8,5 metri prima di vederle distrutte a causa di un incidente stradale.
Chissà cosa direbbe il primo in assoluto (recordman?) a pensare a predisporre una collezione con ogni tipo di primato, ovvero sir Hugh Beaver, allora amministratore delegato delle birrerie Guinness di Dublino. Il 4 maggio 1951 stava seguendo una battuta di caccia durante un ricevimento. Riuscirono a sfuggire solo alcuni pivieri dorati: alcuni allora sostennero che sicuramente erano gli uccelli più veloci presenti in Europa; altri – ovviamente – non erano d’accordo. La discussione a un certo punto si interruppe, ma sir Beaver tornò a casa con l’idea “fenomenale”, per la realizzazione della quale si rivolse ai gemelli Ross e Norris McWhirter.
Due giornalisti, che forse non avevano mai letto quello che il loro patrono, san Francesco di Sales, diceva del modo di fare dei veri “fenomeni dell’umanità” che noi chiamiamo santi: Omnia communia sed non communiter.
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