Il 25 aprile è una liberazione che riguarda molti Paesi e storie
Da noi terminò l’ultimo conflitto mondiale ma in altri luoghi del mondo si festeggiano altre liberazioni
«Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine». Così proclamò Sandro Pertini il 25 aprile 1945 dando vita alla cacciata dei nazifascisti da Milano e altre città del Nord Italia. Quella data è stata ufficialmente scelta come giornata per commemorare la liberazione di tutta l’Italia e coincide con importanti celebrazioni nazionali in altri Stati. In tutta l’Oceania (tranne Papua Nuova Guinea) si festeggia l’Anzac Day ovvero la Giornata del Corpo d’armata di Australia e Nuova Zelanda, in cui si fa memoria dei soldati delle forze armate di queste due nazioni morti in tutti i conflitti, in particolare nella Prima Guerra mondiale (il 25 aprile 1915 sbarcarono per la prima volta in Europa, nella città turca di Gallipoli) contribuendo all’affrancarsi di queste terre da una sorta di sudditanza coloniale. Nello stesso giorno, inoltre, vivono la Festa nazionale della bandiera sia Fær Øer che Swaziland. Per quanto riguarda l’arcipelago dell’Atlantico del Nord si ricorda il 25 aprile 1940, quando il governo d’occupazione britannico la approvò come vessillo navale per le imbarcazioni delle isole e quindi di fatto ne riconobbe una certa autonomia. È una croce scandinava rossa (sangue versato per l’indipendenza) bordata di azzurro (cielo) su campo bianco (ghiaccio), con la particolarità di infrangere una regola dell’araldica per cui il colore rosso non può essere posto sopra il blu. In quel giorno del 1968 nello eSwatini (o Swaziland) per la prima volta è stata issata la bandiera nazionale in sostituzione di quella britannica; la libertà è esplicitata (nella nuova versione del 2011) attraverso le cinque bande orizzontali in tre colori in ritmo ABCBA di azzurro (pace), giallo (risorse minerarie), rosso (battaglie del passato), con al centro uno scudo bianco e nero, due lance e un bastone dei guerrieri Emasotsha, piume di uccello vedova. L’Egitto vive la Festa della liberazione del Sinai perché il 25 aprile 1982 Israele ha completato il suo ritiro dalla penisola dopo gli Accordi di Camp David (1978). In questa data si ricorda anche il giorno della rivoluzione dei garofani in Portogallo (1974), il colpo di Stato militare incruento che pose fine al regime dittatoriale del cosiddetto Estado Novo (Nuovo Stato) instaurato da António Salazar a partire dal 1932. Da allora in quella data si vive la Festa nazionale della libertà, anche se una fetta di popolazione (soprattutto estrema destra ed estrema sinistra) non festeggia perché non si riconosce totalmente nella stagione che da esso si è aperta. D’altronde queste commemorazioni hanno sempre anche un pizzico di delusione per ideali non realizzati e utopie non raggiunte (e non raggiungibili) perché, come dice la Gaudium et spes al n. 10, alcuni “dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione della umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell’uomo sulla terra appagherà tutti i desideri del loro cuore”.
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