Dare le competenze giuste ai nostri giovani per non “sdraiarli”
Il 15 luglio torna la Giornata Mondiale delle Competenze Giovanili. Un appuntamento delle Nazioni Unite dedicato a ragazze e ragazzi
Venerdì 15 luglio 2022: settima edizione della Giornata mondiale delle competenze della gioventù (World Youth Skills Day). Voluta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è un’occasione in cui i diversi attori sociali e politici sono chiamati a confrontarsi con l’aumento della disoccupazione giovanile e dei cosiddetti Neet (Not in education, employment or training) ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano, saliti nel mondo nel 2020 al 22,4% (in Italia al 25,1%, il dato peggiore in Europa). La valutazione è che si sta disperdendo il potenziale di un’intera generazione che, senza ormai differenze tra Paesi più o meno sviluppati, ha enormi ostacoli per trovare lavoro e giungere con successo all’età adulta. I giovani non sono mai stati percentualmente così tanti al mondo (il 25% dell’intera popolazione) e oggi rappresentano il 40% di tutti i disoccupati. Le prospettive, poi, sono tutt’altro che rosee dato che, secondo gli esperti, essi pagheranno in maniera forte le conseguenze del periodo di sospensione della scuola in presenza causa Covid-19 (si calcola una media di 30 settimane per circa 900 milioni di loro) e di un orizzonte sempre più offuscato da cambiamento climatico e tecnologico, conflitti e transizione demografica, povertà persistente e crescente disuguaglianza. La Giornata ha provato in questi anni a indicare come principale pista di lavoro il tentare di fornire ai giovani non tanto delle abilità precise e specifiche (in un mondo del lavoro in grande transizione), ma le cosiddette “competenze chiave”: competenza alfabetica funzionale; multilinguistica; matematica e competenza di base in scienze e tecnologie; digitale; personale, sociale e capacità di imparare ad imparare; sociale e civica in materia di cittadinanza; imprenditoriale; competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali. Questa sorta di combinazione tra conoscenze, abilità e atteggiamenti, individuata e indicata in particolare dal Parlamento europeo, è ritenuta fondamentale per entrare nel mondo del lavoro contemporaneo e ancor di più per affrontare le sfide della globalizzazione ed avere un atteggiamento flessibile e di adattamento rispetto ad una società e un’economia in cambiamento. Per realizzare questa diffusione di competenze tra i giovani, sono state individuate tre piste fondamentali. La prima è considerarle obiettivi negli ambienti di educazione formale e informale. Una seconda è quella di permettere a tutti di accedere o completare la loro istruzione di base, in un mondo in cui un ragazzo su 5 non termina la scuola elementare e quasi la metà di tutti i giovani non ha possibilità di accedere a una formazione che gli garantisca di presentarsi in maniera credibile all’appuntamento con il lavoro. Una terza pista che appare decisiva e di cui è facile accorgersi anche nelle nostre famiglie: aiutare i ragazzi a prendere una decisione consapevole rispetto al percorso di istruzione, tenendo conto di conoscenze, competenze ed inclinazioni.
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