Che la Forza sia con noi nei film e... il 4 di maggio
Il 4 maggio è considerato, dai fan di Guerre stellari, un giorno di festa in cui celebrare la cultura legata alla saga.
Tale data è stata scelta come Star Wars Day a causa della popolarità di un gioco di parole in lingua inglese tra la famosa citazione “May the Force be with you” (“Che la Forza sia con te”) e la frase “May the fourth be with you” (“Che il 4 maggio sia con te”), causato dal doppio significato della parola May (in relazione al contesto può significare “possa” oppure “maggio”) e dall’assonanza tra le parole Force (“Forza”) e fourth (“Quarto”).
Nel 2005 l’American Film Institute indicò la frase “Che la Forza sia con te” della serie cinematografica Star Wars come l’ottava miglior citazione tra i film di tutti i tempi prodotti negli Usa. Proprio giocando sul suono dell’originale inglese “May the Force be with you”, si è arrivati a scegliere la data della Giornata mondiale dedicato a questo universo: “May the fourth be with you”, ovvero “Che il 4 maggio sia con te”. Si punta infatti sul doppio significato della parola “May” (possa e maggio) e sull’assonanza tra “the Force” (la Forza) e “the fourth” (il quarto, inteso come giorno del mese). L’origine non sarebbe legata né ai produttori della serie né a gruppi di fan, ma all’ironia del Partito conservatore britannico che festeggiò con questo augurio sul The London Evening News la vittoria alle elezioni di Margaret Thatcher, prima donna ad essere eletta Primo ministro del Regno Unito, il 4 maggio 1979. E chissà quanta ilarità ha scatenato nel maggio 2005 la traduzione equivalente a “Il 4 maggio saremo con te” fatta sul canale televisivo tedesco Channel N24, dopo che la famosa frase fu fatta pronunciare con grande solennità a George Lucas, creatore di questo mondo e artefice del grande successo. A partire dal primo utilizzo da parte di Ian Solo, nel debutto del 1977, la versione originale è stata adoperata molte volte nella saga, così come adattata in parodie o pubblicità e analizzata da tanti punti di vista. Dato che la Forza è una sorta di campo di energia mistico – che può essere sfruttata da alcuni gruppi dell’universo di Star Wars e che ogni spettatore può collegare alla propria religione – alcuni vedono in questa frase una benedizione, che troverebbe riferimento diretto in quella pronunciata da Booz ai mietitori di Betlemme nel libro biblico di Rut o, per altri, in quella di Azaria nel secondo libro delle Cronache: in entrambi i casi, sarebbe quindi in continuità con le benedizioni da sempre e in ogni circostanza fatte da ebrei e cristiani. Proprio nella liturgia metodista a cui faceva riferimento la famiglia, George Lucas le avrebbe sentite e fatte proprie. A partire da questa constatazione e da questo orizzonte, non sono mancati in questi anni libri che hanno provato ad indagare l’elemento religioso presente in questa serie. Tra tutti, il più famoso scritto in Italia è sicuramente Il vangelo secondo Star Wars, edito da Claudiana nel 2015 con l’emblematico sottotitolo: Nel nome del padre, del figlio e della Forza. Gli autori sono il pastore metodista Peter Ciaccio e quello valdese Andreas Köhn, che individuano alcuni passaggi biblici che si possono raffrontare e l’orizzonte trinitario, segnato però da alcuni “errori dottrinali” dai quali a dire il vero non sono esenti nemmeno alcuni fedeli, come il fatto che oltre al Figlio (l’eroe Luke Skywalker) più che un Padre ci sia un demiurgo malvagio da cui occorre difendersi (Anakin Skywalker diventato Dart Fener) e al posto dello Spirito Santo ci sia la Forza, un’entità impersonale e un po’ ambigua.
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