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Una pregevole fiction sull’amicizia

La fine di novembre ha portato su Rai 1 una fiction molto attesa: L’amica geniale. Una lunga campagna pubblicitaria ha reclamizzato quest’opera di Saverio Costanzo. La trama s’ispira ai romanzi di Elena Ferrante, scrittrice che ha scelto di non rivelare mai il suo vero nome, rimanendo così nell’anonimato...

Parole chiave: L'amica geniale (1), Elena Ferrante (1), Televisione (8), Spiato in tv (184)
Una pregevole fiction sull’amicizia

La fine di novembre ha portato su Rai 1 una fiction molto attesa: L’amica geniale. Una lunga campagna pubblicitaria ha reclamizzato quest’opera di Saverio Costanzo. La trama s’ispira ai romanzi di Elena Ferrante, scrittrice che ha scelto di non rivelare mai il suo vero nome, rimanendo così nell’anonimato. La vicenda parla dell’amicizia che lega due ragazze nella Napoli degli anni ’50, Raffaella Cerullo ed Elena Greco. Entrambe nate in un quartiere popolare, accomunate da un’intelligenza brillante, prendono, secondo la loro specifica indole, strade di vita diverse, conservando però un forte legame che le aiuta a sostenersi reciprocamente. Una storia comune di bambine, ma soprattutto di adolescenti che si affacciano alla giovinezza con gli slanci e le incertezze proprie di questa età, pronte a meravigliarsi come a impaurirsi di fronte a un’epoca che stava finendo e con essa mutava anche la condizione femminile. Si compone così un affresco corale di una città e si segue parallelamente la trasformazione personale di chi è spinto a entrare precocemente nell’età adulta. Il libro ispiratore è un romanzo di formazione; la fiction televisiva, invece, non può ambire a tanto ma s’inserisce in un filone di prodotti televisivi di qualità, capaci di conquistare il mercato anche fuori dall’Italia. A prestare il volto alle protagoniste sono due attrici esordienti, Gaia Girace e Margherita Mazzucco, di 15 e 16 anni, che portano sul set tutta la freschezza della loro età e del loro stupore di fronte alla macchina da presa. Per accentuare l’effetto della verosimiglianza, i dialoghi si svolgono nel dialetto napoletano e opportunamente hanno avuto bisogno della sottotitolazione in lingua italiana. Il pubblico ha risposto ampiamente alle grandi attese su questa fiction. Lo share del 30% è un ottimo risultato che premia la qualità di un lavoro ben fatto, approfondito, anche se parte con l’ormai abituale e scontata scena del flashback di Elena sessantenne che ricorda il passato con la sua migliore amica, ribelle ma geniale, come dice il titolo. Ciò che convince maggiormente di questa produzione è l’impatto emotivo forte senza mai scadere nel melodrammatico o nel tragico; la presentazione di una condizione sociale difficile senza scivolare nello stereotipo della commiserazione. In questo modo anche la televisione, spesso considerata cattiva maestra, diventa essa stessa un’amica geniale che aiuta a capire la storia di un popolo.

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