Un cartone animato per adulti anzi... da evitare proprio

Sebbene vada in onda nel primo pomeriggio su Italia 1, la serie americana I Griffin non ha nulla di adatto per i bambini e i ragazzi. Infatti, per seguire il programma è consigliata la presenza di un adulto. Questi cartoni animati di produzione statunitense, giunti in Italia alla ventesima serie, presentano in modo irriverente e con una grande dose di sarcasmo e satira quella che vorrebbe essere una famiglia americana media dove è assente qualsiasi punto di riferimento valoriale. Questo nucleo è formato da un padre incompetente che, incurante delle proprie responsabilità, cerca di lavorare con scarso impegno e conseguentemente ottenendo pessimi risultati. Accanto a lui una moglie che parrebbe avere un po’ più di coscienza di cosa voglia dire essere genitore, ma si ritrova assai fragile nel portare avanti i suoi propositi. La coppia ha tre figli: un’adolescente in piena crisi esistenziale, un ragazzo più piccolo eternamente pigro che vive in modo disturbato un’assai disordinata crescita affettiva, e infine un bimbo addirittura prematuro molto intelligente ma con una personalità complessa che talvolta sfocia anche in comportamenti delinquenziali. Con loro vive anche un cane che parla alla maniera umana e si mostra succube della dipendenza di alcol e droghe. Un quadretto familiare desolante, che in ogni episodio, spesso con una narrazione priva di logica che si muove avanti e indietro nell’asse temporale, rivela quanto meschini possano essere il cuore e l’intelligenza dei protagonisti. I disegnatori, poi, hanno creato questi personaggi con un aspetto fisico deformato, privo di ogni grazia e bellezza che ben si accompagna con le inesistenti qualità morali. La produzione, infatti, non ha neppure mancato di trattare secondo questo stile perfino temi delicati come la religione con allusioni anche blasfeme, oppure concedendosi a battute grevi circa alcune tragedie dell’umanità e facendo incursioni veramente raggelanti nella piaga della pedofilia. I Griffin, dunque, più che raccontare degli esseri umani, paiono dar voce e corpo a quanto di peggio possa esservi nell’inconscio di persone grette e spregevoli. Circa il 5% degli italiani è seguace di questo triste spettacolo. La scelta di mettere in palinsesto un programma del genere nel pomeriggio quando difficilmente gli adulti possono stare davanti al piccolo schermo con i più giovani desta più di una perplessità. Una brutta linea editoriale: la scarsa qualità del programma unita a dialoghi surreali e triviali portano in casa una televisione che offre il peggio di sé.