Recalcati alla ricerca degli ideali condivisi
Lo psicanalista Massimo Recalcati (nella foto), con Lessico civile, espone in televisione il suo pensiero sui grandi temi che attraversano la storia dell’umanità o albergano nel cuore umano come, ad esempio, le situazioni di confine o l’odio...
Lo psicanalista Massimo Recalcati (nella foto), con Lessico civile, espone in televisione il suo pensiero sui grandi temi che attraversano la storia dell’umanità o albergano nel cuore umano come, ad esempio, le situazioni di confine o l’odio. Il professore-conduttore, come se fosse in un’aula universitaria, affronta il tema del giorno immerso in una scenografia minimalista, dove dietro di lui, vestito rigorosamente di nero, compaiono combinazioni di luce che non fanno altro che collocarlo ulteriormente in primo piano, quasi che dalla sua mente e dalle sue parole partisse una cascata di luce che si perde in una platea che resta nell’oscurità, come una massa anonima. Solo al termine della lezione, supportata da citazioni letterarie, dal richiamo ai grandi studiosi della psiche umana, come pure da spezzoni di celebri film, il pubblico può finalmente intervenire per chiedere un chiarimento o per conoscere quale tipo d’impatto possa avere quello che è stato spiegato nelle vicende contemporanee.
Recalcati, da navigato docente, ha una notevole capacità affubalatoria, si mostra assai sicuro di sé, ma fatica ad accettare un contraddittorio con qualcuno che possa essergli alla pari. Lo svolgimento del suo discorso è ben articolato, soppesato al punto giusto, perfetto nella sua composizione, nella retorica, nella capacità di esposizione.
Il particolare punto di vista della psicanalisi è sicuramente in grado di far cogliere e sviscerare mille sfaccettature di un unico argomento, mettendo in luce come ogni tematica sia necessariamente complessa e mai riconducibile a un solo modo di intenderla e di interpretarla.
Il programma, registrato prima dei recenti provvedimenti ministeriali, mostra grande capacità di analisi del tempo presente così inedito e inaspettato. L’aver voluto mettersi davanti alle telecamere, sottoponendosi al giudizio dei telespettatori e alle domande dei presenti, porta inevitabilmente con sé una certa vena di narcisismo che il conduttore, che è anche un affermato editorialista e scrittore, pare non biasimare.
Il titolo del programma allude all’interessante ricerca di un comune linguaggio per esprimere i valori più nobili che dovrebbero alimentare prima di tutto l’agire di ogni cittadino. Pressappoco un milione d’italiani (pari al 4,5% di share) gradiscono la lezione del professore, sicuramente colto ma non sempre empatico, desideroso di costruire una piattaforma d’ideali condivisi capace di identificare lo spirito migliore di una nazione.
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