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“Karaoke”: ma Pintus non è Fiorello

Riappare su Italia 1 dopo vent’anni il Karaoke, trasmissione  registrata nelle piazze delle città che concede a tutti di diventare cantanti per lo spazio di una canzone. In questo show ogni partecipante, armato di coraggio e voglia di divertirsi...

Parole chiave: Karaoke (1), Pintus (1)
“Karaoke”: ma Pintus non è Fiorello

Riappare su Italia 1 dopo vent’anni il Karaoke, trasmissione  registrata nelle piazze delle città che concede a tutti di diventare cantanti per lo spazio di una canzone. In questo show ogni partecipante, armato di coraggio e voglia di divertirsi, si esibisce e canta su basi preregistrate il suo brano preferito, mentre sul monitor scorre il testo da interpretare. Tra le dodici persone che si esibiscono in ogni puntata cantando in coppia sei canzoni, metà per ciascuno, sono scelti i tre finalisti che si sottopongono all’applausometro del pubblico che determina il vincitore.
La trasmissione, che ha portato nel nostro Paese un modo di cantare che trova le sue radici in Giappone, è diventata sin dalla sua prima comparsa sul piccolo schermo un fenomeno di costume che raccoglie la voglia di cantare insieme i brani più belli del repertorio artistico soprattutto nazionale. Un tipo di esibizione che è ormai ingrediente di molte feste di giovani e meno giovani, dimostrando così che la musica è di tutti, non solo appannaggio delle stelle del mondo dello spettacolo. Anche sul pc di casa o sul tablet, infatti, si può ora trovare il programma informatico che permette di esprimere in questo modo la propria attrattiva per la musica. Il karaoke crea sintonia non solo sulle stesse note musicali, ma ancor più tra le persone che scelgono questo tipo di divertimento per condividere una passione comune. Se il canto popolare o corale in gruppi ben definiti pare in declino, questo modo spontaneo e non vincolante di riprendere i brani di personaggi famosi esprime il nuovo il desiderio di cantare insieme.
Sul piccolo schermo il comico Angelo Pintus (nella foto), prestato alla conduzione, fa acqua da tutte le parti; le sue battute non fanno ridere nessuno e talora tiene un tono troppo acerbo con i concorrenti. Per chi guarda da casa conta molto di più accompagnare con la sua voce quanto viene cantato in tv rispetto a quello che egli dice o fa. Nel 1992 Rosario Fiorello all’inizio della sua carriera si fece conoscere proprio attraverso questo programma e da qui intraprese il proprio percorso artistico. Ora di quella conduzione frizzante e simpatica non è assolutamente rimasto nulla.
Attorno alla semplice pedana allestita per le 40 puntate messe in programmazione, la gente è poca, ma a casa lo share supera il 4%, ottenendo così un buon risultato visto l’orario di programmazione in diretta concorrenza con i due telegiornali più seguiti. Se anche qualche nota è stonata, cantare in televisione “tanto per cantare” riesce comunque sempre bene.

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