I paradisi artificiali sono sempre di moda
La risposta italiana a Velvet della tv spagnola e all’ormai quasi trentennale scuderia statunitense dei Forrester con Beautiful si chiama Il paradiso delle signore. Il programma è la versione rivisitata di queste due serie con sullo sfondo sempre laboratori e negozi di abiti per donne di alto lignaggio...
La risposta italiana a Velvet della tv spagnola e all’ormai quasi trentennale scuderia statunitense dei Forrester con Beautiful si chiama Il paradiso delle signore. Il programma è la versione rivisitata di queste due serie con sullo sfondo sempre laboratori e negozi di abiti per donne di alto lignaggio. Ambientata nella Milano del 1956, questa seconda stagione della fiction vede ricomporsi in modo diverso il triangolo amoroso tra il caparbio proprietario della boutique, Pietro Mori, la commessa fiera e indipendente Teresa Iorio e non più l’aitante pretendente di lei Vittorio Corsi, bensì la perfida Rose Anderson, ex moglie del principale, creduta morta e tornata dall’America pronta a riconquistarsi il coniuge. Attorno a loro si muove il solito viavai di colleghe di lavoro, capi del personale, spietati affaristi e imprenditori. Il clima che si respira è quello della leggerezza e dell’anticipo di boom economico di un Paese che sta risorgendo dopo la guerra. Milano è la città che più respira il sapore internazionale di scambi e commerci. Lo stile però è poco realistico, i contorni sono quelli della storia d’amore a lieto fine, ennesima rivisitazione in salsa moderna di Cenerentola. Gli ingredienti fiabeschi ci sono tutti: l’umile donna che s’innamora di un principe azzurro inarrivabile e molte persone che ostacolano la loro unione che comunque alla fine deve trionfare.
Accanto al protagonista Giuseppe Zeno, volto noto delle fiction di casa nostra, compare l’ex Miss Italia Giusy Buscemi che dà sufficiente prova di sé come attrice esordiente. Il nome del negozio suggerisce che per entrare nel mondo dell’alta moda occorre costruirsi un piccolo paradiso artificiale dove i problemi reali siano dimenticati per sognare di poter essere, anche solo indossando un abito, ciò che non si è. La recitazione si adegua a quella standard degli sceneggiati italiani: sempre interpretazioni scontate, di maniera, impoverite da dialoghi banali e privi di spessore e carattere. Manca una vera introspezione dei personaggi, abbastanza prevedibili nei loro dialoghi e nelle loro azioni. Più del 15% dei telespettatori si sta comunque appassionando a questa nuova stagione del teleromanzo, segno che da casa si preferiscono storie rilassanti dall’andamento non troppo avventuroso, ispirate al romanticismo e all’ottimismo. Se vale il detto che chi si accontenta gode, gli unici a essere soddisfatti sono, però, soltanto gli occhi, dati i discreti modelli di moda che si vedono in negozio; per tutto il resto, il paradiso (e il pubblico) può attendere.