Spiato in tv
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Conoscere la storia per capire l’attualità

Mentre il primo pomeriggio su tante emittenti televisive è l’ora del telegiornale, Rai 3 invece con Passato e presente sceglie di portare in primo piano non tanto i fatti del giorno, ma quelli che hanno fatto la storia delle epoche passate...

Parole chiave: Passato e presente (1), Paolo Mieli (1), Spiato in tv (184)
Conoscere la storia per capire l’attualità

Mentre il primo pomeriggio su tante emittenti televisive è l’ora del telegiornale, Rai 3 invece con Passato e presente sceglie di portare in primo piano non tanto i fatti del giorno, ma quelli che hanno fatto la storia delle epoche passate. Non si tratta solamente di mandare in onda vecchi documentari, ma in modo sicuramente più vivace, di assistere a interessanti e istruttive conversazioni in studio tra il conduttore Paolo Mieli (nella foto), giornalista di lungo corso, e Silvia Salvatici, docente di Storia all’università di Milano, o Franco Cardini, grande esperto del Medioevo. I loro interlocutori sono giovani laureati, preparati a puntino come se dovessero sostenere un esame accademico, con i quali discutere insieme di temi importanti, di personaggi o avvenimenti che sono alla base della nostra società attuale. I presenti in studio conversano amabilmente e con cognizione di causa, senza inutili battibecchi. Si possono sentire anche pareri o giudizi non sempre allineati all’interpretazione dominante non solo su come andarono le cose dei secoli passati, ma anche sul modo in cui quei personaggi o fatti continuino a influenzare il nostro presente e in che maniera tali vicende abbiano lasciato il segno contribuendo a formare la cultura e la società di oggi. Naturalmente è impossibile una lettura univoca del passato, ognuno tende a cogliere con il suo particolare punto di vista i legami più o meno stretti con l’attualità. Non si tratta, però, di fare la guerra alle intenzioni o di mettere in campo con superficialità un revisionismo storico, ma di scovare e proporre anche temi che allora furono interpretati soltanto come avvenimenti di secondo piano.
Il tono del racconto e del dialogo è volutamente divulgativo, ma senza semplificazioni che rischierebbero di ridurre il corso degli eventi mondiali a pochi episodi ben delineati e fissi. Per gli alunni che seguono da casa è di sicuro un modo diverso di approcciare lo studio scolastico della storia; per tutti gli altri un’occasione di arricchimento culturale, uno strumento per meglio capire le basi dei rapporti tra Stati e culture.
Il grande studio televisivo assomiglia a una biblioteca circolare, dove le persone, sedute al centro, appaiono molto piccole rispetto a ciò di cui si sta discutendo. Mieli e i suoi ospiti non sono solo i grandi appassionati del passato che vogliono capire attraverso di esso il presente, ma ci preparano anche a vivere al meglio il futuro.

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