La cura della “casa comune” priorità per i cattolici
Il Papa come S. Francesco: mentre il mondo cristiano faceva le Crociate lui predicava l’amore per tutto il creato
Estate: tempo di vacanze, di relax, di riposo. Per l’Azione Cattolica, questo luogo comune ha poco di vero: l’estate è il tempo dei campi estivi, delle verifiche, della programmazione. È tempo per ricaricare le batterie, in modo tale da poter affrontare al meglio la ripresa delle attività di settembre. Questa estate del 2015 porta con sé non solo un caldo torrido, ma un ulteriore impegno, assolutamente inderogabile: la lettura dell’enciclica di papa Francesco dedicata alla cura della casa comune, intitolata Laudato si’. Non spetta a chi scrive parlare dei contenuti di questo documento, ma certamente, come laici di Azione Cattolica, siamo chiamati a trovare in questa lettera enciclica un prezioso strumento per orientare le nostre scelte in materia di programmazione e, soprattutto, di azione concreta. Cerchiamo di capire perché questo testo potrebbe risultare particolarmente importante, specialmente in relazione al momento attuale. La portata dei contenuti veicolati, infatti, invita ciascuno di noi a mettersi in azione, un’azione che, nell’era della globalizzazione, non può più essere locale, ma deve necessariamente diventare universale. In altre parole, un’azione cattolica. L’invito del pontificato di papa Francesco è chiaro: bisogna avere il coraggio di andare controcorrente. Una lettura attenta delle parole contenute nell’enciclica non può che confermare questa intenzione del Pontefice, manifestata, sin dal momento della sua elezione, dalla scelta del nome Francesco. Il carattere “eversivo” dell’enciclica si coglie al meglio se messo in relazione con il momento attuale. Proviamo a pensare ai titoli di un telegiornale di questo periodo: le prime tre notizie sono relative alla crisi greca, che dà modo di legarsi anche alla politica interna italiana; si passa poi a parlare del gran caldo che, evidentemente in maniera del tutto inaspettata, caratterizza il mese di luglio, per concludere con l’immancabile calciomercato. Certo, tra una notizia e l’altra trovano spazio altre brevi news, legate principalmente alla cronaca nazionale. Di eventuali dibattiti suscitati nel mondo politico dall’enciclica, nessuna traccia: la notizia è passata assolutamente in secondo piano e, siccome la televisione non ne ha dato notizia, a nessuno sembra interessare. Neppure l’universo dei social network, solitamente più attento alle novità rispetto a stampa e televisione, sembra aver colto tale notizia. Certamente, nel mondo rapido dei tweet, risulta impossibile riassumere le 192 pagine del documento, ma non si trova neppure qualche spunto relativo ad un passo di particolare importanza. Anche sui social, quindi, la Laudato si’ sembra non essere pervenuta. Ciò che preoccupa maggiormente è la ricezione dell’enciclica nel mondo cattolico. Anche qui, purtroppo, non si può parlare di entusiasmo bensì, piuttosto, di calma piatta. Diciamocelo in maniera molto franca: parlare di ambiente e di responsabilità ad esso collegate non fa rumore. L’ecologia non divide le persone in “pro” e “contro”, l’innalzamento della temperatura terrestre non costituirà mai un problema tale per cui si possa mobilitare il mondo cattolico in adunate di piazza. Eppure, l’uomo che è stato scelto come successore di Pietro ha deciso di andare in questa direzione. Nuovamente, siamo costretti a notare come papa Francesco abbia scelto di lasciare da parte questioni considerate “prioritarie” dalla maggioranza del mondo cattolico, per affrontare un tema che è da anni oggetto di dibattiti in varie sedi, ma che sembra ancora ben lungi dal trovare una soluzione comune. Leggendo molti passi del capitolo primo, salta immediatamente all’occhio la volontà di dialogare con scienza, tecnologia, politica. Certamente, tale dialogo non può e non deve prescindere da alcuni punti che un cattolico deve tenere in considerazione, ma tali punti non si esprimono mai in un “voi dovete”, in un monito verso dei cattivi di turno che devono riuscire a comportarsi come si comporta il buon cristiano. In fondo, a ben pensarci, quando nel XIII secolo San Francesco d’Assisi stava predicando l’amore verso tutte le meraviglie del creato, nessuna esclusa, il mondo cristiano era alle prese con le Crociate e con la repressione di varie eresie. Molti secoli dopo, nel 2015, il mondo cattolico si trova ancora alle prese con pensieri giudicati eretici e cattivi da cacciare, sebbene abbiano nel tempo cambiato nome e volto, ed ancora una volta un uomo di Chiesa di nome Francesco ha scelto una strada diversa, invitandoci a seguirlo. Come laici di Azione Cattolica, associazione che ha in San Francesco d’Assisi il proprio patrono, non possiamo permetterci l’arroganza di rimanere indifferenti di fronte a tutto ciò. Piaccia o non piaccia, questa enciclica è rivolta a ciascuno di noi, e non genericamente al mondo della politica, della scienza o della tecnica. Chiede a ciascuno di impegnarsi in maniera concreta, ora, in ciascuna realtà parrocchiale, con gesti molto semplici. Papa Francesco chiede a ciascuno di noi di meditare sulle parole dell’enciclica, per diventare poi portatori di questo messaggio di cura per la casa comune. L’Azione Cattolica deve farsi carico di portare il messaggio del Pontefice in tutte le realtà parrocchiali, non solo nelle attività rivolte ai propri tesserati, ma soprattutto verso le altre realtà parrocchiali attraverso la presenza nei Consigli pastorali, per fare in modo che il messaggio di speranza contenuto nella Laudato si’ possa concretizzarsi in un cambio di rotta che coinvolga ogni singolo parrocchiano della nostra diocesi. È un impegno importante, certamente complicato, che richiede il grande coraggio di remare controcorrente: un impegno che l’Azione Cattolica non può tradire.