Bobin e la sua lettera-meditazione sulla vita
Christian Bobin
Sovranità del vuoto
AnimaMundi Edizioni - Otranto (Le) 2014
pagg. 96 - 12 euro
“È da questa solitudine che ti scrivo, da questo silenzio che misura la nostra uguaglianza come il nostro essere lontani. Il dato inaggirabile della solitudine. La mia. La tua. Solitudine sempre più grande, illimitata”. Così scrive Christian Bobin in Sovranità del vuoto: una lunga lettera indirizzata a una persona concreta e reale ma senza nome di cui l’autore ha estrema necessità per scrivere. Il bisogno profondo dell’altro. La voglia di scrivere, di camminare, di leggere. “Sono uscito. Sono andato a passeggiare, ho visto delle persone. Mi è venuta l’idea di scriverti una lettera, questa lettera, l’idea di una lettera infinita, senza capo né coda. Interrotta, spesso, come è interrotta la lettura: come viene revocato lo stato del lettore”. Il lettore cui chi scrive deve assoluto rispetto. Per Bobin, la lettura e la scrittura sono due attività profondamente unite sulle quali egli non ha mai smesso di meditare: “Il vero scrittore è colui che [...] scosta dalla tavola le cose che mi impedivano di vedere”. Ecco ciò che dovrebbe fare un libro: aiutare a vivere.
Sovranità del vuoto è, per questa ragione, un livre de chevet, di meditazione che apre il lettore alla vita e al mondo, con Valéry, Rimbaud, Proust, Maurice Scève, Schubert in sottofondo. Una profonda e continua contemplazione della vita per compensare la disperazione e lo sgomento del vivere, dove la citazione letteraria non è erudizione ma un puro esercizio di attenzione.
La lettera è inframmezzata da tre pause, dove la pagina bianca di ogni capitoletto sembra voler dare un respiro più ampio alla riflessione e alla vita stessa; inizia in un pomeriggio di inverno, scandisce le giornate, i pensieri di chi scrive fino al sopraggiungere della primavera, annunciata dalle grida dei bambini e dalla luce che si attarda sempre più a lasciare il giorno. Lo stesso titolo del libro accompagna il lettore dentro una dimensione meditativa: silenzio e vuoto divengono necessari per incontrare se stessi e gli altri. Con Bobin, scorgiamo l’infanzia nel volto della piccola Hélène che ci svela il miracolo delle stagioni sul suo viso, nello sguardo attento del bambino divorato dalla lettura; con lui ascoltiamo le note di Schubert e impariamo ad accostarci a Dio mutando la nostra percezione perché “attraverso la musica Dio penetra l’aria”. Bobin ci parla della vita, dell’infanzia e di Dio facendo allargare lo sguardo:“Dio non ha casa, non ne ha bisogno e d’altra parte quando vede una casa, apre le porte, squarcia i muri, brucia le finestre e tutto entra con lui, il giorno, la notte, il rosso, il nero, tutto e in qualunque ordine, e allora, e allora soltanto, le case divengono sopportabili, allora soltanto possono essere abitate, poiché in esse c’è tutto, il sole, la luna, la vita estremamente folle, la grandissima dolcezza della follia, gli occhi pervinca della follia”.
Il volume è corredato da una corrispondenza tra le poetesse Mariangela Gualtieri e Chandra Livia Candiani che introduce “in punta di piedi” il lettore alla scrittura poetica di Christian Bobin ed è arricchito dal testo francese a fronte che offre la possibilità di gustare la prosa poetica di Bobin nella lingua francese.
Sovranità del vuoto appartiene alla primissima produzione letteraria dell’autore, viene pubblicato in Francia nel 1985 da una piccola casa editrice.. Da allora, Christian Bobin (classe 1951) non ha mai smesso di scrivere e di pubblicare: la grande e prestigiosa casa editrice Gallimard di Parigi l’ha ormai da tempo accolto tra i suoi scrittori di punta. In Italia, lo si trova disseminato in diverse case editrici, tra cui Anima Mundi Edizioni che sta compiendo lo sforzo enorme di diffonderlo nel nostro Paese.