Parabola
Il metodo parabolico di Gesù non è solo metodo, ma anche chiamata a mettersi in gioco e a porsi le domande esistenziali
Dietro la domanda: «Perché Gesù parlava in parabole», sta una questione attualissima: quella del «linguaggio religioso», del come parlare adeguatamente di Dio oggi. Spesso il linguaggio usato per parlare di Dio è stentato e fiacco, a volte imbarazzato, a volte generico; ci si divide facilmente in verticalisti e orizzontalisti, tradizionalisti e progressisti. Da qui il bisogno di mettersi alla scuola di Gesù, di lasciarsi guidare da lui alla ricerca di un linguaggio capace di «dire Dio».
Potrà sembrare strano, ma per annunciare autenticamente il Vangelo è necessario in qualche misura velarlo. La constatazione che Gesù non facesse seguire alle parabole la spiegazione ci impedisce di considerare le parabole strumenti didattici, un insegnamento espresso in termini più concettuali. La parabola lascia all’ascoltatore il compito di comprenderla, lo interpella e lo costringe a interrogarsi, lo coinvolge in prima persona e lo impegna alla ricerca del senso.
(CMM)
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