Tante ricette per essere felici ma quella vera è solo l’amore
Penso che il sogno di ogni creatura sia quello di star bene. Non solo e non soltanto fisicamente. Star bene in senso lato. Leggo un dato statistico: in Inghilterra la prima causa di morte delle persone sotto i 45 anni è il suicidio. Questo vuol dire che c’è una morte interiore che è talmente dolorosa, per cui la morte fisica è percepita come un bene, una liberazione.
Penso che il sogno di ogni creatura sia quello di star bene. Non solo e non soltanto fisicamente. Star bene in senso lato. Leggo un dato statistico: in Inghilterra la prima causa di morte delle persone sotto i 45 anni è il suicidio. Questo vuol dire che c’è una morte interiore che è talmente dolorosa, per cui la morte fisica è percepita come un bene, una liberazione.
Si sta male. Nei Sert, dove cercano di salvare le persone che finiscono nelle tossicodipendenze, ormai cominciano ad avere pazienti di dieci, undici anni. Creature che sono partite in salita, dopo anni vissuti accanto a genitori incapaci di essere tali.
Chi ci salverà da questo male che ci fa star male? La politica non sembra avere molto le idee chiare. Anzi, sembra averle chiarissime, ma non portano da nessuna parte. Trump è convinto che gli americani staranno bene se avranno tanti soldi. E allora via con i dazi contro la Cina e poi avanti con la vendita di armi. Solo con l’Arabia Saudita un affare da trecento miliardi, senza contare le armi che girano per le case e che ogni tanto vengono usate per qualche massacro, dove capita.
C’è chi pensa alla felicità sognando Stati senza immigrati. In Europa attualmente il ricambio occupazionale, vista la denatalità nostrana, domanda più di tre milioni di stranieri all’anno. In Italia 350 mila e, visto l’andamento, bisognerà chiedere ai “sa tutto” della politica cosa faremo senza quei brutti invasori che vengono da fuori.
Ancora c’è chi sogna la salvezza dell’uomo legata a teorie animaliste ed ecologiste. Greta, la piccola e fragile ragazzina del Nord Europa sta girando il mondo facendosi una fortuna grazie al suo socialismo ecologico, venduto con perfezione comunicativa unica. Tutte cose belle, o quasi se volete, ma nessuno che parli dell’unica strada vera della felicità, che è quella di progettare una società capace di amare.
È vero che di amore se ne parla a dosi industriali, ma si va quasi sempre fuori centro. Ascoltavo un dibattito televisivo su questo tema. A discettare su cosa sia amore due amici con i quali sono spesso ospite in Tv. Uno è alla terza compagna ufficiale, l’altra è al quarto uomo. Di mezzo ci sono anche tante avventure, ma quelle sono fuori catalogo.
Il Vangelo della Pasqua ci consegna parole importantissime. Giovanni scrive: “Siamo passati dalla morte alla vita, se amiamo i nostri fratelli”. Amare non è un concetto, ma un percorso di vita, che ci porta a dire che ognuno di noi è cristiano in maniera originale. Ognuno di noi, accanto al bene che ha imparato a vivere, ha dentro il proprio rancido, la puzza di qualcosa andato a male... E allora a che punto è la bonifica del nostro animo? Queste domande fanno emergere un dato vero, incontestabile. Non si è cristiani perché si frequenta la Chiesa e i sacramenti. Quelli sono mezzi, la benzina dell’anima. Ma l’essenza della nostra identità cristiana dipende dalla capacità di amore e di donazione che abbiamo raggiunto. E questa è diversa per ognuno di noi. L’esame di coscienza sarà quello di chiederci: da uno a dieci dove mi colloco? Quanta strada mi resta da fare? Che poi è l’unica strada della felicità.
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