Le denunce delle donne molestate rischiano di diventare un boomerang
Il caso Weinstein, il produttore di Hollywood accusato di aver abusato di molte attrici o aspiranti tali, ha avuto lo stesso effetto del crollo di una diga. Dopo le prime denunce, quasi fosse esplosa un’epidemia a livello planetario, non si contano più i casi di donne che sono uscite allo scoperto denunciando veri o presunti abusi subiti...
Il caso Weinstein, il produttore di Hollywood accusato di aver abusato di molte attrici o aspiranti tali, ha avuto lo stesso effetto del crollo di una diga. Dopo le prime denunce, quasi fosse esplosa un’epidemia a livello planetario, non si contano più i casi di donne che sono uscite allo scoperto denunciando veri o presunti abusi subiti. E se è vero che i primi ad essere accusati sono gli uomini del mondo del cinema, ormai non c’è settore che sia risparmiato da questo coming out al femminile. Basti pensare allo scandalo causato dai politici inglesi, che hanno reso ancor più traballante il governo della signora May.
Detto a tutela delle donne, ritengo che il caso Weinstein sia un punto di non ritorno. E per fortuna, aggiungo. D’ora in poi nessun maschio detentore di potere potrà permettersi di abusare di una donna non consenziente, solo perché questa è resa debole da una sorta di sudditanza psicologica. Da qui in avanti, e sia chiaro a tutti, sarà il mondo dei media, prima ancora che quello dei tribunali, a diffondere le porcate di chi pensa che le donne siano merce di scambio per concedere qualche favore.
Eppure, non senza una certa amarezza, bisogna riconoscere che questa “epidemia” di denunce rischia di diventare un boomerang per le donne stesse. Innanzitutto c’è una parte dell’opinione pubblica che non comprende come mai queste molestie e abusi vengano portati alla luce venti, trent’anni dopo il loro verificarsi. Diamo pure per scontato che alcuni traumi abbiano bisogno di tempi lunghi per affiorare dalla vergogna e dal dolore in cui erano stati sepolti, ma viene anche il sospetto che alcune denunce abbiano il sapore di vendette postume per mancate carriere o per il bisogno di ritagliarsi coni di luce, quando l’oblio risulta insopportabile per chi vive nel mondo dello spettacolo.
Ma il rischio più grave legato a questo effetto boomerang è quello di far passare l’idea che le donne di successo siano quelle che si sono prestate al letto dei potenti. Una concezione inaccettabile, se mai dovesse far presa nell’immaginario collettivo la convinzione che le donne sono sedute sulla loro fortuna, negando l’evidenza delle loro capacità intellettuali in tutti gli ambiti del pensare e dell’agire.
Oltretutto sarebbe anche utile distinguere, evitando il qualunquismo di giudizi morali sbrigativi, distinguere gli abusi sessuali dalle molestie o da quello che è un semplice corteggiamento. Quando la scrittrice e attrice mancata, Anna Hunter, scrive che ha deciso di denunciare Dustin Hoffman perché le sue attenzioni a un certo punto hanno smesso di piacerle, viene da chiedersi dove stia la molestia. Il mondo è pieno di segretarie che sono diventate amanti e compagne dei potenti, perché sedotte dalle loro attenzioni, ma è anche pieno di potenti sedotti da piacenti fanciulle, pronte a giocarsi il tutto per tutto, pur di garantirsi un destino in discesa e una vita brillante da signore di lusso.