Bullismo in aumento e debolezza educativa
La cronaca ci consegna ogni giorno resoconti di episodi di bullismo. Consumati sul digitale per mano di giovani irresponsabili. Altre volte la violenza va in… presa diretta, dentro la scuola o nei luoghi pubblici, dove scorre la vita nella sua normalità. Quasi sempre a farne le spese sono i soggetti più deboli...
La cronaca ci consegna ogni giorno resoconti di episodi di bullismo. Consumati sul digitale per mano di giovani irresponsabili. Altre volte la violenza va in… presa diretta, dentro la scuola o nei luoghi pubblici, dove scorre la vita nella sua normalità. Quasi sempre a farne le spese sono i soggetti più deboli, secondo la triste legge della giungla dove il maschio o la femmina Alfa dettano legge e spesso decretano chi far passare e chi escludere.
Andando a ritroso nella mia lunga anagrafe devo amaramente ammettere che il bullismo in realtà è sempre esistito. Caso mai oggi ha cambiato veste, indossando le taglie piccole dell’adolescenza. Un tempo erano gli adulti a giocarsi la partita, sul filo di un’ignoranza culturale, tradotta in intolleranza verso i più deboli. Inutile mitizzare il passato. L’icona dello scemo del villaggio era viva in ogni paese, mentre oggi siamo a chiederci quanti di questi “scemi” avrebbero potuto inserirsi nella società civile da cittadini alla pari, se adeguatamente avviati a percorsi di formazione. E quante persone portatrici di qualche menomazione fisica diventavano oggetto di presa in giro da parte dei “sani” e dei “normali”? Ignoranza sentenziamo oggi, scaricando sulla mancanza di cultura la responsabilità di una mancanza di cuore e di intelligenza. Oggi il mondo adulto sembra aver maturato percorsi nuovi di sensibilità sociale, ma senza aver eliminato il problema.
Oggi l’intolleranza è passata nei ragazzi, quelli coi vestiti buoni e la scuola dell’obbligo. Non più per mancanza di cultura, questa volta, ma per mancanza di educazione affettiva. Giovani malati per carenza di vitamina umana. Sia detto con chiarezza: se la fragilità adolescenziale può essere considerata un male sottile della crescita, il bullismo ne è l’altra faccia, in maniera speculare. Tra il depresso ripiegato su se stesso e quello che mette in atto atteggiamenti aggressivi non c’è alcuna differenza, se non nelle diverse modalità di manifestare il proprio male.
Resta da chiederci: dove si annida il virus di questa patologia? Sfidando le smentite, oggi metto al centro la famiglia. Due, in particolare, le ragioni che hanno favorito il nascere di questa patologia. Da una parte il passaggio dalla famiglia normativa, quella che consegnava ai ragazzi il kit per affrontare la vita, alla famiglia di tipo protettivo, che tende a risparmiare le fatiche della crescita. Una impostazione che finisce per creare due categorie di ragazzi: gli incapaci di decidere da sé e gli irresponsabili che sentono di avere le spalle sempre coperte. La seconda ragione sta nella paura dei genitori a riconoscere le colpe dei figli, quasi che queste rappresentassero la cifra della loro incapacità educativa, dimenticando che proprio il far finta di niente decreterà il fallimento finale del loro ruolo.