Venezia naufraga con le grandi navi
«Com’è triste Venezia» cantava Charles Aznavour. La più bella e al tempo stesso la più fragile città al mondo si porta dietro da decenni problemi irrisolti che periodicamente si ripropongono all’attenzione in occasione di spiacevoli fatti di cronaca...
«Com’è triste Venezia» cantava Charles Aznavour. La più bella e al tempo stesso la più fragile città al mondo si porta dietro da decenni problemi irrisolti che periodicamente si ripropongono all’attenzione in occasione di spiacevoli fatti di cronaca. E quello delle grandi navi da crociera è uno di questi. L’incidente di domenica scorsa che ha visto uno dei giganti del mare, probabilmente col motore in avaria, tamponare un battello ormeggiato sulla banchina nel canale della Giudecca, provocando il ferimento di quattro persone, ha ripresentato l’annosa e irrisolta questione.
Personalmente non sono mai salito su una nave da crociera, ma ricordo benissimo l’impressione che suscitò in me alcuni anni fa. Mi trovavo a Messina e, al termine della visita al centro storico della città dello Stretto, salii sul pullman. Mentre aspettavo gli altri passeggeri mi guardai attorno e rimasi sorpreso nell’intravvedere tra le case, al di là del viale, quello che mi era subito sembrato un condominio, uno di quei casermoni tipici di certe periferie cittadine, con le finestre tutte uguali. Ma la sorpresa ancora più grande fu nel volgere lo sguardo alcuni minuti dopo e vedere che… quel casermone non c’era più! E sì che era mattina, non avevo bevuto, mi sembrava di essere mentalmente lucido e di non avere avuto allucinazioni! Solo passando sulla strada parallela alcuni minuti dopo, mi resi conto che era il lungomare e il condominio-casermone altro non era che una nave da crociera. Ora, soltanto nel 2018 a Venezia di questi “paesi viaggianti” alti come un palazzo di 15 piani, lunghi alcune centinaia di metri, larghi 30 e profondi 10, ne sono transitati 594, in media quasi due al giorno, con un milione e mezzo di passeggeri all’anno. Certamente la città lagunare è un must per le crociere nel Mediterraneo, un’attrattiva unica per le 2-3mila persone che ogni nave trasporta (oltre ad alcune centinaia di membri dell’equipaggio), un indotto per le attività commerciali, ma a che prezzo per la città?
Da tempo immemore si legge di comitati e proteste contro il passaggio delle grandi navi dal centro storico per giungere alla stazione Marittima, ma i politici non vanno d’accordo: c’è chi vorrebbe portare l’approdo a Porto Marghera, ma il ministro Toninelli non ne vuole sapere. Tra le altre ipotesi per il terminal vengono indicate il porto di Chioggia, il Lido (dentro o fuori la bocca di porto), Malamocco. La soluzione – dicono – a breve. Intanto Venezia muore ogni giorno un po’.
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