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Ragazzi studenti in piazza per difendere la Terra

Chi della mia generazione e dintorni non ricorda gli scioperi degli studenti? Non quelli del ’68, periodo in cui eravamo ancora alla scuola materna; i nostri erano i tempi del cosiddetto “riflusso”, quando guadagnavano terreno sulle ideologie forti più realistiche percezioni delle esigenze economiche e talvolta anche semplici furbesche mascalzonate.

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Chi della mia generazione e dintorni non ricorda gli scioperi degli studenti? Non quelli del ’68, periodo in cui eravamo ancora alla scuola materna; i nostri erano i tempi del cosiddetto “riflusso”, quando guadagnavano terreno sulle ideologie forti più realistiche percezioni delle esigenze economiche e talvolta anche semplici furbesche mascalzonate. In quel periodo la lotta politica interessava alcuni ultra-schierati, mentre il fascino della dimostrazione pubblica era rimasto immutato per tutti. Forse era voglia di uscire un po’ dai canoni o di farsi vedere (e soprattutto farsi sentire), ma fosse anche solo per goliardia, la voglia di dimostrare era forte. Più recentemente c’è stato il movimento chiamato della “Pantera”, ma ha lasciato solo un vago ricordo. Evidentemente i tempi cambiano e queste prove di forza collettive sanno di vecchio; per chi non ce la facesse a rimanere senza “fare casino” ci sono altre possibilità.
Ma a riaccendere il “sacro fuoco” è bastata l’iniziativa di una ragazzina della nordica Svezia, Greta Thunberg – 16 anni compiuti il 3 gennaio – quando il 20 agosto scorso si è presentata munita non di megafono e fischietti, bensì con un semplice cartellone scritto a mano, davanti al Parlamento svedese, per esprimere la sua protesta silenziosa contro lo scarso impegno dei politici sul tema dei cambiamenti climatici. E da allora ogni venerdì ha ripetuto il suo sciopero che, grazie ai social, in poco tempo è diventato virale e ha generato un movimento spontaneo diffuso in tutto il pianeta. Sono giovanissimi i nuovi manifestanti: non chiedono più diritti, non invocano le dimissioni di qualcuno, non interrompono i servizi pubblici, ma vogliono solo che si metta in cima alle priorità delle agende politiche la salvaguardia del pianeta.
Così anche Verona avrà i sui Fridays for future. Si legge su Facebook che il prossimo appuntamento è fissato per questo venerdì 8 marzo alle 13, davanti a Palazzo Barbieri, col motto: “Troviamoci tutti davanti al Comune di Verona per il terzo Friday for future della città! Portate cartelli e striscioni, lasciate libero spazio alla vostra creatività!”. L’orario extrascolastico mi fa pensare che forse non arriveranno folle di manifestanti, però il fenomeno mi appassiona. I più cinici realisti diranno che 4, 400 o 4mila cartelloni scritti con i pennarelli non cambieranno il corso della storia, però creeranno consapevolezza in tanti ragazzi e questo mi piace.

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