Quei tre peccati non valgono una manciata di punti
Il dinamico e intraprendente don Andrea Vena, parroco di Bibione, nell’avvertire sul foglio parrocchiale (reperibile sul web) che da lunedì scorso sarebbero entrati in funzione nella frequentatissima località balneare veneziana due autovelox segnalati da appositi cartelli azzurri...
Il dinamico e intraprendente don Andrea Vena, parroco di Bibione, nell’avvertire sul foglio parrocchiale (reperibile sul web) che da lunedì scorso sarebbero entrati in funzione nella frequentatissima località balneare veneziana due autovelox segnalati da appositi cartelli azzurri, ha aggiunto: “Visto che mi sto rivolgendo ai cristiani della Comunità, faccio altresì presente che violare il codice della strada, mettendo spesso in pericolo la propria e l’altrui vita, è comunque peccato di cui confessarsi”. Un’annotazione quanto mai vera ed opportuna, che ha avuto un ampio riscontro mediatico. Il sacerdote, che è pure teologo, non si è inventato un nuovo peccato bensì non ha fatto altro che ricordare ciò che afferma il Catechismo della Chiesa cattolica al n. 2290, trattando del quinto comandamento: “Coloro che, in stato di ubriachezza o per uno smodato gusto della velocità, mettono in pericolo l’incolumità altrui e la propria sulle strade, in mare, o in volo, si rendono gravemente colpevoli”. Che poi nessuno se ne accusi durante la confessione sacramentale, questo è un altro paio di maniche.
Collego questa non-notizia che però ha avuto ampio risalto sui giornali, con la comunicazione della Polizia municipale scaligera che informava sui punti della patente decurtati lo scorso anno. In media una cinquantina al giorno nel solo territorio comunale veronese. Di questi un quarto dovuto all’eccesso di velocità. Ma la cosa curiosa è che più di trenta contravvenzioni sono state elevate ad ultranovantenni e oltre duecento ad anziani con più di 80 anni di età, uno dei quali – un 87enne che si direbbe emulo di Valentino Rossi – segnalato a sfrecciare in moto a 80 km/h nei pressi di una scuola dove il limite è di 50 km/h. Il sospetto, ovviamente, è che in molti casi si tratti di false dichiarazioni rilasciate da persone desiderose di non perdere punti della patente e quindi pronte ad incolpare il nonno che forse non guida neppure più. Oltre al rischio giuridico di una denuncia penale (in sei casi i vigili sono riusciti a dimostrare l’impossibilità che gli anziani segnalati fossero alla guida o perché immobilizzati a casa o in quanto ospiti in case di riposo), dal punto di vista morale alla violazione del quinto comandamento si aggiungerebbero anche quella dell’ottavo (non dire falsa testimonianza) e forse pure del quarto (onora il padre e la madre): tre peccati in un’unica azione, davvero un bel record. Evitabile, con un maggiore senso di responsabilità. Per il bene di tutti.
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