Il card. Bassetti e le priorità per un’Italia migliore
Il nuovo presidente dei Vescovi italiani, card. Gualtiero Bassetti, ha tenuto la sua prima relazione introduttiva al Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana. Il nuovo presidente della Cei non si sottrae all’“esame” degli osservatori andando a toccare le questioni più calde. E lo fa anzitutto richiamando i cattolici alla loro “responsabilità altissima verso il Paese”: “rammendare il tessuto sociale dell’Italia con prudenza, pazienza e generosità”...
Il nuovo presidente dei Vescovi italiani, card. Gualtiero Bassetti, ha tenuto la sua prima relazione introduttiva al Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana. Il nuovo presidente della Cei non si sottrae all’“esame” degli osservatori andando a toccare le questioni più calde. E lo fa anzitutto richiamando i cattolici alla loro “responsabilità altissima verso il Paese”: “rammendare il tessuto sociale dell’Italia con prudenza, pazienza e generosità”. Ciò significa accostarsi alla società in cambiamento epocale mirando al bene comune con spirito missionario e “la semplicità eloquente del Vangelo, senza altra pretesa che darne testimonianza”.
Parla di “cultura dell’incontro e della vita, che si contrappone alla cultura della paura, dello scarto e della divisione”, perché “la vita va difesa sempre: sia che si tratti di salvare l’esistenza di un bambino nel grembo materno o di un malato grave; e sia che si tratti di uomo o una donna venduti da un trafficante di carne umana”. Ecco dunque le urgenze: il lavoro, i giovani, la famiglia, le migrazioni. Il lavoro è senza dubbio la priorità maggiore per il Paese e la disoccupazione giovanile è la grande emergenza. Su questo denuncia la mancanza di “un ‘pensiero lungo’ sul Paese”. Per la famiglia chiede di “elaborare politiche innovative e concrete, che riconoscano il «fattore famiglia» nel sistema fiscale”.
Riguardo al tema delle migrazioni Bassetti ricorda le parole di papa Francesco: “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” che in sintesi tracciano un filo continuo e non sono incompatibili con i principi della sicurezza e della legalità. Ricorda, al riguardo l’impegno costante della Chiesa italiana nel favorire la creazione i corridoi umanitari per i migranti . Infine auspica che il processo di integrazione “possa passare anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza, che favorisca la promozione della persona umana e la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e donne che sono nati in Italia, che parlano la nostra lingua e assumono la nostra memoria storica, con i valori che porta con sé”. C’è dentro lo jus soli, ma non solo.
Sul tema del lavoro siamo in attesa dei risultati della Settimana sociale dei cattolici che si svolgerà a Cagliari a fine ottobre; su quello dei giovani si svolgerà un Sinodo nel 2018 e staremo a vedere. Sui problemi delle famiglie e sull’accoglienza ogni giorno le nostre comunità sono chiamate a misurarsi con parresia guardando oltre le emergenza immediate.