Editoriale
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Fare silenzio è un segreto

Da ragazzi, quando si entrava in un tempo speciale, fosse l’Avvento, la Quaresima o semplicemente il mese di maggio, si dovevano compiere delle buone azioni denominate anche “fioretti”

Parole chiave: Fioretti (1), Editoriale (407), Stefano Origano (141), Avvento (11), Quaresima (23)

Da ragazzi, quando si entrava in un tempo speciale, fosse l’Avvento, la Quaresima o semplicemente il mese di maggio, si dovevano compiere delle buone azioni denominate anche “fioretti”; consistevano nella rinuncia a un piacere accompagnata da un gesto a vantaggio di chi era meno fortunato: un piccolo atto di carità per predisporre il cuore ad essere visitato dal Signore. Tra questi non mancava mai una limitazione alla televisione. Oggi ci fa un po’ sorridere ripensare a queste cose, ma provate a pensare se, riformulando la proposta, chiedessimo ai ragazzi di spegnere per qualche ora il telefonino in modo da riservare quel tempo per una lettura... Altro che risate, probabilmente sarebbero strilli e pianti!
Siccome l’esempio vale più di tante prediche, ecco la mia proposta per gli adulti: poniamo un freno alla sovraesposizione mediatica, resistiamo alla tentazione di postare l’ultima inutile foto di quello che stiamo facendo, tacitiamo l’irrefrenabile istinto di far sapere al mondo i nostri sentimenti, digiuniamo dalla curiosità morbosa di conoscere le ultime novità sulle avventure sentimentali dei personaggi vip.
Propongo questo non solo come atto per intensificare la vita spirituale – cosa sempre importante –, ma anche semplicemente per disintossicarci dai fumi venefici generati dalla diade diabolica “istinto-istante”. Lo dico in modo semplice: facciamo un po’ di silenzio, dentro e fuori di noi. Lo ripeto con le parole “giuste” quelle che ci ha offerto la liturgia del mercoledì delle Ceneri: “Entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto” (Matteo 6,18). Ecco qua una coppia di parole-chiave alternativa: “silenzio-segreto”.
La condivisione è un valore della vita cristiana, ma per essere reale e non di facciata, esige una sedimentazione lenta, un tempo di maturazione paziente e una purificazione (da cui il significato etimologico del termine “segreto”: separare, mettere da parte). A questo punto sarà più difficile cadere nella chiacchiera futile che genera solo confusione, nella sparata ad effetto solo per attirare l’attenzione sulla nostra solitudine, nell’illusione di essere connessi col mondo intero mentre siamo disconnessi con la nostra interiorità. Il segreto è volto del valore di qualcosa di elevato, prezioso, tanto da essere innominabile.

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