Alzarsi e andare!
Tra gli elementi comuni della visita di papa Francesco a Venezia la scorsa domenica e a Verona il prossimo 18 maggio vi è sicuramente l’attenzione particolare verso i giovani, che il Pontefice ricorda spesso essere non tanto il futuro della nostra società, ma il presente...
Tra gli elementi comuni della visita di papa Francesco a Venezia la scorsa domenica e a Verona il prossimo 18 maggio vi è sicuramente l’attenzione particolare verso i giovani, che il Pontefice ricorda spesso essere non tanto il futuro della nostra società, ma il presente. Se in laguna c’è stato un incontro specifico per loro – con una rappresentanza di giovani della diocesi di San Zeno –, a Verona avranno tanti modi di essere protagonisti, come volontari, accompagnatori dei più fragili, testimoni di riconciliazione, voce della via di giustizia e pace, volti di una Chiesa che a loro guarda e su loro tanto scommette. Un modo, per molti di loro, già di rispondere all’appello che il Pontefice ha rivolto nel dialogo veneziano, incentrato su due verbi: “Alzarsi e andare” che sono stati vissuti da Maria e proposti già nella Giornata mondiale della gioventù a Lisbona la scorsa estate: “Due verbi pratici perché materni”.
Alzarsi. Per papa Francesco tutto parte dal “riscoprire nel Signore la bellezza che siamo e rallegrarci nel nome di Gesù, Dio giovane che ama i giovani e che sempre sorprende”, guardando al fatto che “abbiamo ricevuto un dono grande, quello di essere figli di Dio amati, e siamo chiamati a realizzare il sogno del Signore”. Con questo sguardo si può “stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano”. Con due inviti speciali. Il primo è che se si cade nella trappola di quella “inerzia opprimente che vuole farci vedere tutto grigio”, occorre avere il coraggio e la forza di “lasciarci rialzare: farci prendere per mano dal Signore, che non delude mai chi confida in Lui, che sempre risolleva e perdona”. Il secondo è di lottare per rimanere in piedi, con costanza personale e l’aiuto degli altri “perché l’insieme ci aiuta sempre ad andare avanti”.
Andare. Che per il Pontefice vuol dire “farsi dono, donarsi agli altri, capacità di innamorarsi; e questa è una cosa bella: una giovane, un giovane che non sente la capacità di innamorarsi o di essere amorevole con gli altri, qualcosa gli manca. Andare incontro, camminare, andare avanti”. L’invito quindi è ad essere “creatori di bellezza” secondo uno stile evangelico, visto che “il centro è la gratuità: date vita a una sinfonia di gratuità in un mondo che cerca l’utile! Allora sarete rivoluzionari. Andate, donatevi senza paura!”.
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