“Fiore”, un altro ottimo film... italiano
Fiore (Italia, 2016)
regia: Claudio Giovannesi
con: Valerio Mastandrea, Daphne Scoccia, Josciua Algeri, Laura Vasiliu
durata: 110’
Giudizio Cnvf: consigliabile/problematico/dibattiti
Se tre indizi possono configurare una prova, come sosteneva Agatha Christie per bocca di Hercule Poirot, il fatto che ci si debba per la terza volta occupare in positivo di un film italiano dovrebbe voler dire che la cinematografica nazionale è in stato di grazia. Forse non è esattamente così, visto che le difficoltà produttive e distributive sono ancora notevoli, ma ci sono senz’altro segnali di autori ed équipe produttive che, finalmente, non si dedicano solo alla rimasticatura di commedie che fanno ridere in modo inversamente proporzionale agli incassi.
Fiore di Claudio Giovannesi è un lavoro che andrebbe inserito nel genere drammatico, ma, al di là delle etichette che lasciano sempre il tempo che trovano, siamo ancora una volta di fronte ad un ottimo film. Ne è protagonista Dafne, una giovanissima ragazza (Daphne Scoccia) finita in riformatorio per un tentativo di furto. La sua vita, condotta tra il vagabondare e il dormire su una panchina in stazione, è già segnata da una madre che ha brillato per la sua assenza e da un padre (Valerio Mastandrea) tanto affettuoso quanto scombinato.
Nell’ala maschile dello stesso riformatorio è detenuto Josh (Josciua Algeri), anche lui di età giovane ma con una vita già molto segnata. Tra i due scatta quella scintilla di riconoscimento reciproco che è propria delle anime inquiete che avvertono a pelle la vicinanza di un loro simile e ha così inizio una non semplice storia di amicizia e forse di amore.
Molta cinematografia francese, di livello altissimo, da Robert Bresson ai fratelli Dardenne, ha trattato storie simili. Già il fatto di riferirsi a modelli di tanto valore andrebbe ascritto a merito per un’opera italiana. Ma il lavoro di Giovannesi non è stato solamente quello di rendere onore agli originali di riferimento, ma anche e soprattutto il proporci uno sguardo originale, straordinariamente aiutato da un gruppo di interpreti davvero eccezionali, su quel crinale sempre controverso che separa la libertà dei singoli dalle regole di una convivenza che si vorrebbe civile e che invece molto spesso è solo imposizione violenta di conformismi e ignavie.
Come in quelle storie che si raccontano a Hollywood, la protagonista femminile è stata scelta dal regista dopo che l’aveva notata in un’osteria romana nella quale lavorava come cameriera. Giorno fortunato, per lei e anche per noi, perché l’adattarsi al personaggio e alla sua enorme umanità le è riuscito alla perfezione, contribuendo alla riuscita di un film da non perdere.