Nella “Residenza ai giardini” c’è spazio per l’accoglienza
di REDAZIONE
Il progetto della Fondazione Zerbato per ospitare anziani autosufficienti
di REDAZIONE
I tregnaghesi che oggi hanno i capelli d’argento erano soliti darsi appuntamento “ai giardini”. Adesso potranno tornare a farlo, visto che la Fondazione centro assistenza “Fermo Sisto Zerbato” ha inaugurato, venerdì 1° settembre, la “Residenza ai giardini”: è la prima delle tre comunità alloggio per anziani autosufficienti che ha trovato sede nella ex casa delle Orsoline, a Tregnago. Per il taglio del nastro, fiocchi gialli e rossi decoravano la struttura che si affaccia su piazza Mercato, già dimora delle suore oltre che asilo nido e scuola materna, “rinata” nel segno dell’accoglienza e della socializzazione.
Fuori dal cancello, ci sono tutti i servizi che il paese può offrire: la posta, la banca, i negozi, i bar. Vicina è anche la Fondazione che ha acquistato lo stabile nel 2020 e posizionato gli uffici amministrativi al pianterreno nella struttura, immaginandone lo sviluppo futuro. La comunità alloggio è situata al primo piano della residenza e conta 10 stanze singole, ciascuna con bagno ad uso esclusivo, e zone comuni adibite a cucina e sala da pranzo con divano e tv. Altri ambienti, al piano terra, ospiteranno sala polivalente, angolo cucina e ambulatorio aperti alla collettività: diventeranno quindi luoghi di incontro e di collegamento con la vallata, le associazioni, il mondo del volontariato.
Grazie a una convenzione con la Diocesi, che era alla ricerca di spazi nei quali i sacerdoti autosufficienti potessero vivere insieme e mettersi a disposizione della comunità, i primi ospiti sono due preti. Tra questi, c’è don Corrado Brutti che è stato scelto per tagliare il nastro assieme ai vertici della Fondazione e alle autorità intervenute. Spiega Emanuela Battisti, presidente della Zerbato: «Siamo pronti ad accogliere anziani autosufficienti che sentano il peso di un’autonomia a casa, dal punto di vista della gestione domestica e soprattutto della solitudine. Pensiamo che questa possa essere una risposta che rientra nell’obiettivo della cura e dell’assistenza, com’era volontà del nostro benefattore Fermo Sisto Zerbato». Fa eco il sindaco, Simone Santellani, sottolineando l’importanza di «offrire servizi nuovi ai bisogni emergenti della terza età, che non saranno solo legati all’assistenza sanitaria ma al bisogno di combattere la solitudine o di avere momenti in cui condividere con altre persone gioie e stati d’animo».
Da anni, nella programmazione socio-sanitaria regionale, si prospetta la nascita di una “casa” come questa. Sul valore che può avere nella società si sono espressi la consigliera Federica Losi, intervenuta in rappresentanza della Provincia, e il consigliere regionale Stefano Valdegamberi: «Questo è un modello utile, di cui ci sarà sempre più bisogno», dice, come realtà da affiancare alla casa di riposo. Un’iniziativa «lungimirante», secondo il direttore dei Servizi socio-sanitari dell’Ulss 9, Raffaele Grottola, affiancato dalla direttrice del distretto 2 Est veronese Beatrice Gazzola. «Quest’esperienza – aggiunge – ci aiuterà a promuovere iniziative simili in un’ottica di filiera perché il coordinamento aiuta ad avere una residenzialità più protetta, sanitaria e sociale». Questo corrisponde con la visione della Fondazione.
Lo ricorda la direttrice del centro assistenza tregnaghese, Michela Romani, che preannuncia altri passi. «Abbiamo un’esperienza pluriennale rivolta alle persone non autosufficienti, gestiamo una casa di riposo, una rsa e un ospedale di comunità», ricorda. Servono però strutture per supportare quanti vivono ancora a domicilio e sono in una condizione di autosufficienza con la necessità di stare in un contesto di comunità e usufruire di iniziative varie. «Come Fondazione – conclude – abbiamo intenzione di essere vicini agli anziani e offrire servizi che permettano loro di vivere in sicurezza».
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